Bruxelles – I negoziati tra Unione europea e Regno unito “non potranno avere successo senza un quadro chiaro sul futuro delle relazioni tra europei e britannici”. Questa è la maggiore preoccupazione che Andrew Duff, ex europarlamentare britannico e già presidente dell’Unione dei federalisti europei, esprime in un documento pubblicato per l’European policy centre, un think tank con sede a Bruxelles, in cui affronta i temi e gli scenari possibili dei negoziati sulla Brexit.
Secondo Duff, la Commissione europea, nella veste del suo capo negoziatore Michel Barnier, dovrebbe farsi carico di “spingere i britannici verso una graduale definizione dell’esatta collocazione del futuro del loro Paese”. In pratica, l’ex eurodeputato liberale sottolinea la scarsa chiarezza degli obiettivi del Regno unito per i negoziati, evidenziando, di contro, la maggiore professionalità delle istituzioni europee, spesso alle prese con trattati di partenariato con Paesi confinanti.
Un altro probabile ostacolo ai negoziati, sottolineato sempre da Duff, sarebbe l’ammontare delle somme che il Regno unito dovrebbe versare alle casse del bilancio comune europeo. Una cifra che oscilla tra i 40 e i 60 miliardi di euro. Il Regno di Elisabetta II sarebbe vincolato fino al 2020, pena una multa molto salata. Un problema che interessa parecchio anche la Commissione, la quale, senza il raggiungimento di un buon accordo in questo campo, vedrebbe mancare all’improvviso un contributore netto al bilancio europeo, mandando in tilt i diversi progetti di finanziamento programmati da qui al 2020.
Duff, inoltre, sottolinea il ruolo chiave e il potere che il Parlamento europeo avrà sull’accordo finale. Potrà approvarlo o meno a maggioranza, sarà informato costantemente sullo sviluppo dei negoziati e avrà il potere di mandare il testo dell’accordo finale dinnanzi alla Corte di giustizia dell’Unione europea, per verificarne la compatibilità con i Trattati. Un potere importante, che molti Parlamenti nazionali degli Stati membri e soprattutto il Parlamento britannico invidiano.
Infine, secondo Duff, “l’obiettivo deve essere quello di accelerare l’uscita del Regno Unito senza distruggere il resto dell’Europa”.