Bruxelles – L’Unione europea vuole impedire che i terroristi possano arrivare sul nostro territorio, magari dopo un periodo trascorso in Paesi come la Siria dove potrebbero aver partecipato ad addestramenti. Molti terroristi o potenziali tali escono e rientrano nell’Unione come viaggiatori comuni, spesso con documenti falsi, per questo Bruxelles ha deciso di aumentare i controlli su chiunque attraversi le nostre frontiere esterne. Il Parlamento europeo ha approvato con 469 voti a favore, 120 contrari e 42 astensioni il nuovo regolamento che prevede controlli sistematici sui tutti i documenti utilizzando banche dati centralizzate a livello Ue come quelle di Schengen e Europol.
“Proteggere le nostre frontiere esterne significa costruire una forte scudo contro il terrorismo in Europa”, e “i controlli sistematici tramite banche dati sono un passaggio obbligatorio per questa protezione minima che abbiamo il dovere di garantire ai nostri cittadini”, ha dichiarato la conservatrice Monica Macovei, relatrice per l’Aula del testo già concordato con il Consiglio Ue e che quindi ora attende solo la pubblicazione in Gazzetta per diventare operativo.
Il nuovo regolamento, che modifica il Codice frontiere Schengen(SBC), è stato presentato dalla Commissione europea nel dicembre 2015 e impone agli Stati membri di effettuare controlli sistematici su tutte le persone che attraversano le frontiere esterne dell’Unione europea tramite la consultazione di banche dati di documenti rubati o smarriti, del Sistema di informazione Schengen (SIS) e di altre banche dati europee. I controlli saranno obbligatori a tutte le frontiere sterne dell’Ue, aeree, marittime e terrestri, sia in entrata sia in uscita.
Evitare di intasare gli aeroporti – Se tali controlli sistematici dovessero rallentare in maniera eccessiva il traffico frontaliero via terra o via mare, i Paesi dell’Ue possono decidere di effettuare solo controlli “mirati”, a condizione che una valutazione del rischio abbia dimostrato che ciò non comporterebbe minacce per la sicurezza interna o per la pubblica politica. Questo però non escluderà che le persone che non saranno sottoposte a un controllo “mirato” dovranno almeno essere sottoposte a un controllo ordinario per accertare che il loro documento di viaggio sia valido e per stabilirne l’identità.
Entrata in vigore graduale negli aeroporti – Per permettere a tutti gli aeroporti di dotarsi delle nuove apparecchiature necessarie ai controlli dei documenti tramite database agli Stati sarà concesso di limitarsi a fare solo controlli mirati per un periodo transitorio di sei mesi dall’entrata in vigore del nuovo regolamento. Questo periodo può essere prolungato per un massimo di 18 mesi in casi eccezionali, ad esempio qualora gli aeroporti avessero bisogno di più tempo per adattarsi.