Roma – La nostra economia nazionale “è in via di ripresa dopo una lunga e profonda recessione”, ma rimane “debole e la produttività continua a diminuire”. È questa la fotografia che l’Ocse fa dell’Italia nel suo rapporto economico 2017, secondo il quale la crescita del Pil per quest’anno e per il prossimo si attesterà all’1%, il debito pubblico rimarrà al 132,7% del Pil per il 2017 e calerà al 132,1% nel 2018, mentre il rapporto deficit/Pil sarà al 2,3% nell’anno in corso e scenderà nel 2018 al 2,2%. Il tutto, al netto delle correzioni al bilancio richieste da Bruxelles – una manovra da 3,4 miliardi di euro – e promesse dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che non esclude il ricorso a un aumento delle accise nonostante il veto a un aumento dell’imposizione fiscale imposto dal segretario del Pd Matteo Renzi.
Per rispondere alle richieste della Commissione europea “stiamo considerando varie opzioni”, ha indicato Padoan nel corso della conferenza stampa di presentazione del rapporto Ocse. Sono al vaglio misure “sia dal lato delle spese, sia dal lato delle entrate, sia dalla lotta all’evasione”, ha precisato il titolare di Via XX Settembre ricordando che questo è quanto sta “scritto nelle due lettere inviate a Bruxelles”.
Per capire meglio quale sarà la linea del negoziato con l’Ue bisognerà dunque attendere lo svolgimento della partita interna al Pd, con l’Assemblea nazionale in programma domenica per dare avvio alla fase congressuale. Se passerà la linea di Renzi, che chiede un congresso rapido per andare al voto anticipato, questo si rifletterà in una netta opposizione a qualsiasi aumento di imposte. Se invece, per evitare il rischio molto concreto di una scissione della sinistra dem, si sceglieranno tempi più lunghi, il governo Gentiloni avrà dei margini un po’ di trattativa più ampi sulle modalità per trovare i 3,4 miliardi necessari a mettere i conti in ordine per Bruxelles.