Bruxelles – “Con gli Stati Uniti entriamo in una fase più pragmatica, direi meno automatica”. Si è espressa così Federica Mogherini, di ritorno dal suo primo viaggio a Washington dall’elezione del nuovo presidente statunitense Donald Trump, in un’intervista pubblicata stamane su Le Soir. L’Alta rappresentante per la politica estera dell’Ue e a vice presidente della Commissione europea ha analizzato in profondità l’evoluzione della relazione transatlantica nei mesi a venire.
“Negli ultimi anni quella con gli Usa è stata una cooperazione naturale. Su ogni dossier l’amministrazione americana guardava in primo luogo in direzione dell’Ue. Così come per noi era naturale chiedere il parere di Washington. Ora dovremo analizzare un dossier alla volta per capire in quali i nostri interessi coincidono”, ha spiegato Mogherini. Aggiungendo: “Questo non vuole assolutamente mettere in dubbio la nostra amicizia con gli Stati Uniti: essa è solida e continuerà ad esserlo”. A tal proposito la vice-presidente della Commissione ha silenziato le polemiche sulla possibile nomina del controverso Ted Malloch come prossimo ambasciatore statunitense presso l’Ue: “Ci aspettiamo una decisione ragionevole da parte loro”.
I dossier sui quali Ue e Usa non convergono sono piuttosto numerosi. L’alto rappresentante dell’Unione li elenca senza indugi: dal processo di pace in Medio oriente, sul quale “abbiamo visto segnali contrastanti”, al clima (“l’Ue vuole mettere in atto l’accordo di Parigi”), passando per il multilateralismo (“per noi il lavoro dell’Onu è centrale e faremo di tutto per continuare a rinforzare il sistema delle Nazioni Unite, così come l’approccio multilaterale) e il commercio. Su questo punto Mogherini ha sottolineato: “Per l’Ue è molto importante preservare un sistema di scambio libero e globale, basato su regole internazionali”.
Nell’intervista si è parlato anche del progetto di una difesa europea. “Ho sempre pensato che rinforzare la difesa europea fosse essenziale, anche prima delle elezioni americane”, ha ribadito l’ex ministro degli esteri italiano. “Spero di presentare i primi risultati a marzo in Consiglio”, ha proseguito, “anche se tutto è nelle mani degli Stati membri: dipende dalla loro volontà politica”. Sulla critica spesso rivolta all’Unione europea di dipendere dagli Stati Uniti, Mogherini ha risposto con franchezza: “Abbiamo bisogno l’uno dell’altro. Dopo 60 anni dalla sua nascita, per l’Ue è il momento di prendersi maggiori responsabilità per la propria difesa. Resta la gratitudine verso gli Usa, ma sarebbe l’ora di entrare in una cooperazione più matura”.
Ma la leadership occidentale sarebbe in crisi? Il volto della diplomazia europea ha chiarito la questione: “Non ho mai visto gli Stati Uniti così divisi al loro interno. Questa crisi nazionale produce conseguenze anche sul resto del mondo. Ma in questo momento vedo più divisioni negli Usa che nell’Ue”. D’altronde secondo Mogherini le relazioni transatlantiche dell’Europa non riguardano soltanto gli Stati Uniti: “Abbiamo rapporti diplomatici anche col Canada e l’America latina. A proposito, sono particolarmente felice del fatto che [il premier canadese] Trudeau venga a Strasburgo per il voto sul Ceta. Approvare l’accordo è fondamentale per mostrare che l’Ue ha un’agenda diversa da quella del presidente Trump.”