Bruxelles – “L’accordo tra Unione europea e Turchia è stato un disastro per le migliaia di persone abbandonate a sé stesse in un limbo pericoloso sulle isole greche. Inoltre, ha determinato il rinvio illegale di richiedenti asilo in Turchia in flagrante violazione dei loro diritti umani”. Lo ha dichiarato Gauri van Gulik, vice-direttrice di Amnesty International per l’Europa. A quasi un anno dalla firma dell’accordo, l’Ong umanitaria ha emesso un rapporto in cui accusa l’Ue di aver ridotto attraverso tale strumento migliaia di migranti e rifugiati “in condizioni squallide e pericolose”.
Gli operatori di Amnesty lanciano l’allarme sulle condizioni dei migranti rimasti nel “limbo” delle isole greche: a metà tra la terraferma europea che vorrebbero raggiungere disperatamente e la Turchia che si sono lasciati alle spalle, ma dove potrebbero essere rimandati. “Coloro che vivono nei campi non possono tuttora lasciare le isole greche. Così sono costretti a vivere in condizioni squallide per mesi e mesi in campi sovraffollati, dove manca l’acqua calda, l’igiene è scarsa, il cibo è insufficiente e le cure mediche sono inadeguate”, spiega il documento diffuso dall’Ong.
Amnesty denuncia che le condizioni dei campi sono talmente disperate da mettere in pericolo l’incolumità fisica dei migranti. Tra strutture inadeguate (nel novembre 2016 una bombola del gas usata per cucinare è esplosa causando la morte di una donna e di un bimbo di sei anni) e scontri con la popolazione locale, vivere sulle isole comporta costi umani troppo alti per i migranti. Nel campo di Souda dell’isola di Chio, per esempio, i rifugiati hanno subito attacchi motivati da odio.
L’altro elemento condannato da Amnesty riguarda la possibilità di rimandare i migranti dalla Grecia alla Turchia, Paese non sicuro per i richiedenti asilo. In particolare, l’Ong sostiene di aver verificato che alcuni richiedenti asilo sono stati espulsi in tutta fretta senza poter presentare richiesta d’asilo o appellarsi contro il primo diniego, in violazione del diritto internazionale.
Per tutti questi motivi secondo Amnesty l’accordo Ue-Turchia non deve essere considerato un buon esempio di gestione dei flussi migratori verso l’Europa. Al contrario i leader che lo vedono come un modello per ulteriori accordi con paesi quali Libia, Sudan e Niger “dovrebbero esaminarne le orribili conseguenze e non replicarlo”, ha concluso van Gulik.