Bruxelles – Il Parlamento europeo ha dato il via libera al trattato Ceta sul libero scambio tra Unione europea e Canada. Il Ceta, ovvero il “Comprehensive Economic and Trade Agreement”, tradotto in italiano come “Accordo commerciale ed economico globale”, è il frutto dell’intesa firmata dall’Unione europea e dal Canada il 30 ottobre 2016 dopo sette anni di negoziati. Il testo è stato votato oggi dal Parlamento europeo per esprimere la propria opinione sull’accordo. Con il voto favorevole di oggi si apre l’iter per la ratifica del trattato nei singoli Parlamenti nazionali degli Stati membri, terminato il quale il Ceta entrerà in vigore in ogni sua parte. Al momento, con l’ok per Parlamento europeo, il trattato entra in vigore solo nelle parti riguardanti le materie di competenza esclusiva dell’Unione europea.
In pratica, il Ceta è un documento lungo 1.598 pagine che contiene centinaia di articoli, il cui effetto principale consiste nell’eliminazione della gran parte delle tariffe doganali nei rapporti commerciali tra le due sponde dell’oceano. Molte altre sono, però, le disposizioni che il Trattato contiene nei diversi ambiti, dalle gare per gli appalti pubblici agli arbitrati per le risoluzioni delle controversie, dalle regole per salvaguardare i lavoratori alla cooperazione nella regolamentazione. Vediamo più nel dettaglio i cambiamenti che il Ceta porterà nella vita degli europei al termine del processo di ratifica:
Mercato dei beni e dei servizi (pubblici e non)
L’accordo prevede l’eliminazione di circa il 98% dei dazi doganali per quasi tutti i beni e i servizi scambiati tra i due partner, ad eccezione di alcuni prodotti agricoli ‘sensibili’, facilitando la creazione di nuovi mercati nell’area dei servizi finanziari, delle telecomunicazioni, dei trasporti e dell’energia. Per i servizi pubblici, il trattato tiene fuori dalla liberalizzazione quei servizi forniti dal settore pubblico e dà la possibilità agli Stati membri di rinazionalizzare e regolamentare ulteriormente alcuni servizi essenziali come l’educazione, le cure mediche e i servizi sociali. È prevista, inoltre, una protezione per circa 170 prodotti con indicazione geografica tipica nei paesi dell’Ue. Una lista che potrà essere ampliata nel futuro.
Investimenti e risoluzione delle controversie
Una parte molto controversa del trattato ha riguardato la previsione di uno strumento per la risoluzione delle controversie tra investitore e Stato. Si tratta di un meccanismo che consente alle imprese di far causa a un Paese tramite un arbitrato internazionale, nel caso in cui un investitore ritenga di essere stato ingiustamente danneggiato. Il Ceta stabilisce quindi la creazione di un tribunale permanente, con due gradi di giudizio, composto da giudici scelti da Canada e Unione europea sorteggiati di volta in volta per occuparsi dei singoli casi. Tale sistema, come fa sapere la Commissione europea, nasce dall’idea di voler proteggere gli investitori stranieri dalle discriminazioni o dal trattamento iniquo da parte dei governi. In questo modo è possibile creare un clima più attraente per gli investimenti. Secondo i critici questo sistema consentirà alle multinazionali di impugnare il trattato per far causa agli Stati e quindi tutelare i loro profitti.
Appalti pubblici e sviluppo sostenibile
Aziende europee e canadesi saranno libere di partecipare alle gare d’appalto sia negli Stati membri dell’Ue che nel livello federale e sub-federale del Canada, sulla base delle regole previste dall’Organizzazione mondiale del commercio, di cui entrambi i partner già fanno parte. Tutto questo nell’ottica di uno sviluppo sostenibile, che tenga presente i principi fondamentali dei lavoratori sanciti dall’Organizzazione internazionale per il lavoro, nel rispetto dell’ambiente.
Cooperazione nella regolamentazione
Infine il trattato dà la possibilità a Canada e Unione europea di collaborare per la creazione di un sistema di regolamentazione comune. Questo aspetto ha generato molte critiche, per la paura che una futura armonizzazione tra le regole europee e quelle canadesi possa erodere gli alti standard delle regole europee, soprattutto per i prodotti alimentari. La Commissione, tuttavia, ha fatto sapere che la cooperazione è su base volontaria e non sarà in grado in nessun caso di cambiare la legislazione già esistente, né di restringere il potere decisionale degli Stati membri.
Effetti pratici
Alcuni effetti su come funzioneranno le nuove regole tra Unione europea e Canada lo propone la Coldiretti. Il Canada, ad esempio, potrà continuare a produrre e vendere sul proprio mercato il Parmesan, come anche Asiago, Fontina e Gorgonzola, ma dovrà aggiungere l’indicazione ‘made in Canada’. In cambio, potrà entrare sul mercato canadese il prosciutto di Parma Dop (fino ad ora proibito) in coesistenza, però, con il Prosciutto di Parma canadese. Nel caso di eventuali nuovi prodotti canadesi di imitazione, questi dovranno essere accompagnati dalle espressioni “tipo, stile o imitazione”.
Cliccando sui nomi, qui sotto, si accederà alla registrazione video degli interventi fatti durante il dibattito prima del voto da relatori, rappresentanti delle Commissioni parlamentari, Commissione europea e dei gruppi parlamentari:
Artis Pabriks, Relatore (PPE, LV)
Charles Tannock (ECR, UK)
Georgi Pirinski (EMPL) (S&D, BG)
Bart Staes (ENVI) (Verdi/ALE, BE)
Cecilia Malmstrom, Commissario UE responsabile per il commercio internazionale
Manfred Weber (PPE, DE)
Gianni Pittella (S&D, IT)
Syed Kamall (ECR, UK)
Marietje Schaake (ALDE, NL)
Anne-Marie Mineur (GUE/NGL, NL)
Yannick Jadot (Verdi/ALE, FR)
Tiziana Beghin (EFDD, IT)
Marine Le Pen (ENF, FR)
Konstantinos Papadakis (NI, EL).