Dall’inviato
Strasburgo – Più cooperazione rafforzata, procedimenti legislativi semplificati con minor ricorso alle approvazioni unanimi, un commissario europeo – quello responsabile per gli Affari economici, oggi Pierre Moscovici – che agisca come presidente dell’Eurogruppo. E poi ancora risorse proprie per una capacità di bilancio autonoma e libera da contributi degli Stati membri. Eccole le priorità per il futuro dell’Europa contenute nella risoluzioni a firma Elmar Brock (Ppe) e Mercedes Bresso (S&D), Guy Verhofstadt (Alde), Reimer Boge (Ppe) e Perveche Beres (S&D). I tre testi saranno oggetto di voto dell’Aula giovedì [AGGIORNAMENTO: le risoluzioni sono poi state approvate a maggioranza], ma i parlamentari europei iniziano a discuterne i contenuti e le convergenze sembrano esserci.
Cooperazione rafforzata. Popolari (Ppe), socialdemocratici (S&D) e liberali (Alde), sono dell’idea che bisogna procedere ad un nuovo modo di far funzionare l’Ue. Si tratta del meccanismo di cooperazione rafforzata, con cui un gruppo ristretto di Stati membri adotta delle regole a cui altri, se vogliono, possono adeguarsi in qualunque momento. Un modo diverso di esprimere l’idea dell’Europa a diverse velocità che sta permeando il dibattito sull’Ue in questo momento. Più uso di questo strumento, dunque. I liberali chiedono oltre a ciò anche di “ridurre” il numero minimo di Paesi membri per dare vita a iniziative comuni, attualmente fissato a nove.
Eurogruppo. Modifiche nella gestione delle politiche economiche si rendono necessarie per tutti i firmatari. Verhofstadt (Alde) vorrebbe l’Eurogruppo, oggi informale, considerato come “formazione formale specializzata del Consiglio con funzioni legislative e di controllo”, come naturale trasformazione a seguito di un ministro unico delle finanze. Anche Ppe e S&D vogliono un Eurogruppo con ruoli e poteri più formali, ma con precisi distinguo. Partendo dal principio per cui non è specificato che il Presidente dell’Eurogruppo debba essere eletto tra i suoi membri, il testo Brock (Ppe)-Bresso(S&D) ritiene che sia “possibile fondere la posizione di presidente dell’Eurogruppo e quella di commissario competente per i problemi economici e finanziari” e propone quindi che in uno scenario simile il presidente della Commissione Ue “nomini il suddetto commissario come vicepresidente della Commissione”. Una posizione condivisa nel testo Boge-Beres. Non solo. La relazione Brock-Bresso si propone che questo commissario per gli affari economici e finanziari così come lo vorrebbe la nuova veste, “dovrebbe essere dotato di tutti i mezzi e le capacità necessari per applicare e far rispettare l’attuale quadro di governance economica, e potrebbe essere chiamato ‘ministro delle Finanze dell’Ue’, una volta istituiti una reale capacità di bilancio e il Fondo monetario europeo”.
Risorse proprie. Reimer Boge (Ppe) e Perveche Beres (S&D) chiedono la creazione di “un tesoro della zona euro”, mentre il testo Brock (Ppe)-Bresso (S&D), pur auspicando un bilancio della zona euro, punta l’accento sulla creazione di un più ampio “tesoro europeo”, a sottolineare la differenza interna agli stessi gruppi sullo stesso dossier. Di “tesoreria europea” parla anche il testo dei liberali, per i quali tale tesoreria dovrebbe avere la “capacità di contrarre prestiti”, essere integrata nella Commissione ed essere soggetta alla responsabilità e al controllo di Parlamento e Consiglio.
Decisioni più snelle. I trattati dell’Ue prevedono le cosiddette “clausole passerella”, una condizione per cui si può aggirare la regola dell’unanimità. La “clausola passerella” generale (articolo 8, paragrafo 7 del Tfue) si può applicare nel caso di un atto adottato dal Consiglio all’unanimità. In questo caso il Consiglio europeo può adottare una decisione che autorizza a deliberare a maggioranza qualificata (tale possibilità non si applica alle decisioni con implicazioni militari e riguardanti il settore della difesa). Oppure, nel caso di testi oggetto di procedura legislativa speciale, si può prevedere una decisione che autorizza l’adozione di tali atti secondo la procedura legislativa ordinaria. Il testo Brock (Ppe)-Bresso(S&D) chiede di fare uso di queste speciali clausole, finora rimaste inutilizzate, mentre la relazione a firma Verhofstadt si limita a constatare che nessuna di tale clausole è mai stata usata senza chiederne esplicitamente un uso.
Prime dichiarazioni. Si voterà solo giovedì, ma per il Ppe deve essere chiaro che “tutto deve avvenire a trattati e strutture correnti”, come evidenziato da Elmar Brock (Ppe) nel suo intervento in Aula. Per Roberto Gualtieri, presidente della commissione Affari economici, i testi all’esame del Parlamento dimostrano che “è non solo possibile ma necessario conciliare diverse velocità di sviluppo con il primato delle istituzioni comuni e del metodo comunitario”. In sostanza l’integrazione differenziata “deve essere uno strumento per unire e non per dividere l’Europa”.