Bruxelles – Il salario minimo in Europa è una realtà in 22 Stati su 28, l’Italia è tra i 5 che non ce l’hanno. Il salario varia naturalmente in base alla ricchezza del Paese e, guardando ai dati Eurostat pubblicati oggi, vediamo che il più alto si trova nel Granducato di Lussemburgo dove nessun cittadino può guadagnare meno di 2mila euro al mese (1.999 per la precisione). Il più basso è quello previsto invece in Bulgaria dove il compenso minimo si ferma ad appena 235 euro. In tutto sono 10 le nazioni in cui è inferiore ai 500 euro, oltre alla Bulgaria ci sono: Romania (275), Lituania e Lettonia (380), Repubblica Ceca (407), Ungheria (412), Croazia (433), Slovacchia (435), Polonia (453) ed Estonia (470).
Vanno già meglio le cose in Portugal (650), Greece (684), Malta (736), Slovenia (805) e Spagna (826) dove però il salario minimo comunque non supera i mille euro. I Paesi dove è più consistente sono il Regno Unito, dove si parte da 1.397 al mese, poi la Francia (1.480), la Germania (1.498), il Belgio (1.532), i Paesi Bassi (1.552) e l’Irlanda (1.563).
L’Italia è come dicevamo tra le nazioni che non riconoscono questo diritto, insieme a lei Danimarca, Cipro, Austria, Finlandia e Svezia.
Non sempre però i salari minimi vengono rispettati nei fatti. In tre Stati, secondo Eurostat, questi risultano superiori al 60% dei salari lordi medi in Portogallo, Francia e Slovenia. In sette altri Paesi sono invece molto inferiori al guadagno lordo medio in Repubblica ceca (39%), Estonia (40%), Irlanda e Spagna (entrambi 45%), Slovacchia (46%), Malta (48 %) e Regno Unito (49%).