Bruxelles – L’intenzione del presidente Usa Donald Trump di nominare come ambasciatore presso l’Unione europea Ted Malloch, l’uomo che ha parlato di Ue da “addomesticare” e di euro che “potrebbe fare crack in un anno”, sta mandando in confusione la Commissione europea. L’esecutivo comunitario fa di tutto per evitare l’argomento e ora che l’Alto rappresentante Federica Mogherini è in missione a Washginton, i portavoce di Bruxelles non hanno voluto dire se l’argomento della nomina sarà oggetto delle discussioni che Mogherini avrà con i partner statunitensi, nascondendosi dietro un “finché la notizia non è ufficiale non c’è motivo per commentare”.
Ma ufficiale o no la nomina di Malloch non è solo oggetto di speculazioni, e a dimostrare che l’ipotesi sia più che concreta c’è il fatto che sul tema è intervenuto anche il Parlamento europeo, chiedendo di bloccare da subito la scelta. Eppure oggi al consueto briefing della Commissione europea il portavoce Alexander Winterstein aveva difficoltà anche a rispondere a una semplice domanda su come, tecnicamente, avviene l’approvazione o il rifiuto della nomina di un ambasciatore da parte di un Paese terzo. “Non voglio speculare su chi potrebbe fare cosa, e sulla base di quale procedura, aspettiamo la proposta e poi ne discutiamo”, ha risposto a chi gli chiedeva nell’Ue chi avrebbe il potere di bloccare la nomina di Malloch (o ipoteticamente di un qualsiasi altro ambasciatore) se questa si dovesse concretizzare. “La procedura prevede di consultare la Commissione, il Consiglio Ue, il Servizio esterno e le autorità degli Stati membri e dura settimane”, ha risposto dopo varie insistenze, e a chi gli chiedeva se questo vuol dire che ciascuno di queste istituzioni avrebbe quindi il potere di opporre un rifiuto ha affermato che questa interpretazione “credo sia corretta”.