Bruxelles – Il Parlamento europeo punta a rafforzare la direttiva sulle omologazioni delle auto chiedendo più controlli sulle vetture immesse nel mercato e dando all’esecutivo di Bruxelles il compito di supervisionare le autorità nazionali di controllo, per assicurarsi che i test vengano effettuati in maniera corretta.
La commissione Mercato interno ha approvato diversi emendamenti alla proposta iniziale, modificando il testo che ora sarà mandato in Plenaria per l’approvazione definitiva, e che poi dovrà essere oggetto di trattative con il Consiglio Ue. “Il testo licenziato oggi rappresenta un passo decisivo in avanti per evitare che un nuovo scandalo Dieselgate accada nella produzione auto nell’Ue e offre una migliore protezione per i consumatori”, ha dichiarato Nicola Danti. Secondo l’eurodeputato del Pd e coordinatore S&D in commissione Mercato interno “ci siamo accordati su un insieme di regole più chiare e rigorose che mette finalmente fine al conflitto economico di interessi tra produttori di automobili, le autorità di omologazione e dei servizi tecnici”.
Per assicurare l’indipendenza delle autorità di controllo la direttiva chiede che queste siano finanziate direttamente dagli Stati, attraverso il loro bilancio o tasse specifiche alle aziende automobilistiche, mentre adesso sono le compagnie automobilistiche che le finanziano. Gli Stati membri dovranno effettuare poi test e ispezioni di mercato su almeno il 20% dei veicoli che sono in circolazione.
Alla Commissione europea, che finora è stato un semplice spettatore non disponendo di reali poteri in materia, viene dato non solo il compito di supervisionare che le autorità di omologazione nazionali facciano il loro dovere, e di approvare i programmi di sorveglianza degli Stati, ma anche la possibilità di effettuare dei propri test ex post, cioè su veicoli già omologati. E lo farà sulla base di “risk assessment” e reclami.
I produttori di automobili che dovessero essere scoperti a violare le norme, ad esempio falsificazione i risultati dei test, come ha fatto la Volkswagen in passato, rischiano sanzioni fino a 30mila euro a veicolo che, se non saranno raccolte dagli Stati, verranno richieste direttamente dalla Commissione. Questi soldi verrebbero poi reinvestiti per sostenere le spese della sorveglianza di mercato.
Nel testo è presente anche un considerando in cui si fa esplicito riferimento alla possibilità di richiedere e ottenere una compensazione in caso di danno provocato da prodotti non conformi o difettosi.