Bruxelles – Non si placano le polemiche dopo il voto favorevole dei laburisti di Jeremy Corbyn al disegno di legge che consente al governo di sua Maestà di attivare l’articolo 50 del Trattato di Lisbona per uscire dall’Unione europea. Il leader laburista corre ai ripari, rilasciando interviste ai media britannici, dove spiega da un lato l’irrilevanza del voto contrario di alcuni parlamentari del suo partito, dall’altro la congruità del voto favorevole del Labour al disegno di legge sulla brexit, nonostante nessuno degli emendamenti presentati dal partito sia passato.
“C’è stato un referendum”, ha detto Corbyn ai microfoni della Bbc, “c’è stata una decisione da parte del popolo di questo Paese e noi sosteniamo il risultato del referendum, che dobbiamo portare a termine”. “Il governo non ha un assegno in bianco per instituire un paradiso fiscale in Gran Bretagna”, ha dichiarato, ribadendo che si è votato per dare “l’autorità di procedere con i negoziati” così come voluto dal popolo britannico al referendum.
Il voto però ha portato con sé più di 50 defezioni tra le fila dei labouristi. La più eclatante quella del ministro ombra degli Affari economici, Clive Lewis, che dopo aver votato contro il disegno di legge ha rassegnato le dimissioni dal governo ombra. Si tratta del quarto ministro ombra che abbandona il leader laburista dall’inizio del suo mandato, ma Corbyn minimizza: “Non è un disastro. La maggior parte dei parlamentari laburisti ha votato per attivare l’art. 50”, chi ha votato contro lo ha fatto “principalmente sulla base di un forte messaggio ai propri elettori. Su tutte le altre votazioni c’è unità, su tutte le altre campagne c’è unità”.
Corbyn inoltre ha respinto le voci di sue possibili dimissioni dopo il caos generato dal voto, dichiarando tali notizie “fake news” e “assolutamente senza senso”.