Roma – Nelle prossime settimane, a partire dal Vertice del 25 marzo per le celebrazioni del 60° anniversario dei Trattati di Roma, noi italiani “cercheremo di coltivare l’unità dei 27” Paesi che rimarranno nell’Ue dopo la Brexit, perché “senza sarà difficile arrivare a un accordo” con Londra sull’uscita del Regno unito dall’Unione europea. Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, parlando nella conferenza stampa congiunta con la premier britannica Theresa May, a margine del bilaterale che i due hanno avuto a Downing Street, ha sottolineato che “il negoziato non sarà semplice”, per questo “dobbiamo affrontarlo in modo amichevole e costruttivo” e “non abbiamo nessun interesse a un negoziato distruttivo”.
L’inquilino di Palazzo Chigi ha rassicurato i cittadini italiani che vivono nel regno unito sul fatto che “i loro diritti saranno rispettati in condizioni di reciprocità” con i cittadini britannici che vivono in Italia, un interesse comune sottolineato anche da May – “vogliamo dare garanzie sia agli italiani che vivono in Inghilterra così come agli altri cittadini europei”, ha dichiarato la premier – e che sarà tra gli argomenti di ulteriori incontri bilaterali i quali, hanno indicato i due, proseguiranno “nel prossimo periodo”.
Il governo italiano, pur proseguendo il dialogo improntato all’amicizia con il Regno unito, è però impegnato a “rilanciare l’Unione europea”, “anche contemplando vari livelli di integrazione”, che “esistono già” – ha ricordato Gentiloni rimandando all’Eurozona, l’Area Schengen e le altre forme di raggruppamento – e sono “una delle risposte in positivo che possono venire dal Vertice di Roma”, nel quale “si discuterà dei prossimi 10 anni” dell’Ue.
Insieme con le principali crisi sullo scenario internazionale, inclusa la situazione in Libia e in Siria, il tema dei flussi migratori è stato uno dei principali dossier su cui i due capi di governo si sono confrontati. May ha riconosciuto che “non si tratta di un problema solo italiano ma di tutti e dobbiamo lavorare insieme per trovare soluzioni migliori in modo che i rifugiati non debbano rischiare la vita”. La linea rimane dunque di piena collaborazione se si tratta di tenere fuori dalle frontiere europee i migranti. Ma sebbene la premier sia tornata a condannare l’ordine esecutivo del presidente statunitense Donald Trump sull’immigrazione da alcuni Paesi mussulmani, bollandolo come “una scelta divisiva” che “il Regno unito non adotterebbe”, sembra ferma nel non voler estendere la condivisione del problema all’accoglienza.
Sulla questione migratoria, Gentiloni ritiene che l’Unione europea abbia fatto “un passo avanti nel Vertice di Malta” e ha ricordato che diversi ne sono stati fatti dall’adozione della prima agenda europea sulla migrazioni, nel 2015, ma “non sono sufficienti”. Riguardo poi al “piano interno” della gestione dei migranti, il capo dell’esecutivo ha annunciato che “domani il Consiglio dei ministri probabilmente affronterà il tema di nuove misure” da adottare.
Un altro punto del colloquio bilaterale ha riguardato i rapporti con la Russia, con May convinta che “la comunità internazionale debba mantenere le sanzioni” contro Mosca per la crisi Ucraina “finché non verrà implementato l’accordo di Minsk”. In continuità con la posizione da sempre tenuta dal governo Italiano, riluttante verso le sanzioni ma rispettosa delle decisioni prese con i partner europei e occidentali, Gentiloni ha confermato la “disponibilità, anche come presidenza italiana del G7, a mantenere dialogo” con il Cremlino. Ha precisato però che “non c’è nessun invito a Putin a partecipare al G7 di Taormina”, aggiungendo che “le prospettive di un invito, al momento, non paiono assolutamente realistiche”.