Bruxelles – Il Fondo Monetario Internazionale insiste perché la Grecia approvi in anticipo nuove misure di di austerità per il 2018, quando il programma di assistenza stipulato con l’Eurogruppo dovrebbe scadere. Il tira e molla con l’Fmi rallenta la seconda revisione del programma e la conseguente seconda tranche dell’aiuto da 86 miliardi, in quando diversi Paesi insistono che il Fondo deve entrare a pieno titolo nel programma. Il prossimo 20 febbraio l’Eurogruppo dovrà trovare una soluzione di compromesso (l’ennesima) per tentare di superare lo stallo. Ma la situazione sembra più complicata del solito.
Da Atene però, dove il potere d’acquisto delle famiglie si è ridotto del 30% e la disoccupazione è al 23% (44% per i giovani), arriva un secco rifiuto alle richieste del Fmi. Un portavoce dell’esecutivo di Alexis Tsipras ha affermato che “il governo non cederà alle richieste illogiche dell’Fmi, che insiste nel volerci far approvare preventivamente misure da 4,5 miliardi di euro da applicare, eventualmente, alla fine del programma d’aiuti”. Il portavoce ha anche ribadito che “Il governo aspira all’inclusione della Grecia nel programma di quantitative easing della Bce”, opzione che le regole di Francoforte escludono per i Paesi sotto programma.
Quelle del Fondo sono richieste “illogiche” secondo Atene, ancor più dopo la recente diffusione di un rapporto dello stesso Fmi, nel quale l’organizzazione di Christine Lagarde giudicherebbe come “insostenibile” il debito greco, chiedendone una immediata ristrutturazione e minacciando di non essere della partita in caso contrario. Quelle del Fondo sono state bollate come “valutazioni infondatamente pessimistiche” dal presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem.
Lo stesso Fmi sembra però spaccato sulla questione Grecia: in caso di ritiro del fondo dal programma, la Germania ha già fatto sapere che le condizioni degli aiuti alla Grecia andrebbero rinegoziate da zero (con approvazione del Bundestag). Con le elezioni in vista, Berlino non vuole mostrarsi debole nei negoziati con Atene e così lascia intravvedere pochi spiragli.
Intanto Tsipras, il cui partito Syriza è in caduta libera nei sondaggi, ha recentemente promesso ai suoi concittadini che il governo non approverà “un euro di sacrifici in più”. Atene si trova tuttavia a dipendere ancora una volta dal volere dei creditori. Il prossimo Eurogruppo sarà decisivo per trovare una soluzione al problema. Così, mentre l’incertezza sui mercati aumenta, sui giornali ellenici si torna a parlare dell’incubo Grexit, e di un possibile ritorno alla dracma.