Bruxelles – Le elezioni di medio termine del Parlamento europeo sono state una manna per i partiti italiani che hanno guadagnato importanza all’interno dell’Assemblea comunitaria. Secondo un’analisi fatta da VoteWatch sono Forza Italia e il Partito Democratico le due formazioni che hanno ottenuto i maggiori vantaggi dal rimpasto di metà legislatura.
La formazione di Silvio Berlusconi, che aveva la vicepresidenza dell’Aula, è arrivata allo scranno più alto di Strasburgo con l’elezione di Antonio Tajani come successore di Martin Schulz alla presidenza del Parlamento, acquistando un’influenza a dir poco considerevole a Bruxelles e Strasburgo. Il Partito Democratico mantiene quasi tutte le cariche che aveva ottenuto a inizio legislatura, ad eccezione della presidenza della commissione Cultura che era di Silvia Costa (che però diventa coordinatrice del gruppo), e ad esse aggiunge la presidenza della sotto commissione Diritti umani, affidata a Antonio Panzeri, la prima vicepresidenza della commissione Agricoltura, data a Paolo De Castro, e due coordinatori S&D, Alessia Mosca nella commissione Commercio e Nicola Danti in quella Industria e Energia. Anche il Movimento 5 Stelle ha ottenuto dei benefici da queste elezioni con gli eurodeputati che hanno deciso di porre fine al blocco nei loro confronti permettendo l’elezione di Laura Ferrara a vicepresidente della commissione Giustizia.
Dal punto di vista politico gli equilibri in Aula tra i gruppi restano sostanzialmente invariati, come aveva annunciato il leader dei popolari, Manfred Weber, è stato fatto un copia e incolla, e a parte la liberale Cecilia Wikstrom che ha ottenuto a presidenza della conferenza dei presidenti di commissione, che prima era del popolare Jerzy Buzek, tutte le altre posizioni sono state mantenute dalle stesse famiglie politiche. Ma all’interno di queste sono però cambiate le nazionalità dei diversi presidenti, vice e coordinatori. Complice forse il fatto che a Malta è affidata la presidenza di turno dell’Ue, sono i maltesi quelli che hanno ottenuto il maggior numero di “promozioni”, seguiti da Lituani, Cechi svedesi e italiani.
A perdere terreno, secondo le statistiche di VoteWatch, soprattutto i croati, finlandesi, sloveni ed estoni. Anche i britannici e i tedeschi hanno perso potere con questo rimpasto, i primi chiaramente a causa del voto sulla Brexit. I tedeschi però, afferma l’analisi “rimangono i più influenti del Parlamento europeo”.