Bruxelles – L’Unione europea “deve prendere atto che forse oggi è necessario che dei gruppi di Paesi vadano un po’ più velocemente per raggiungere alcuni obiettivi”. Al termine del Consiglio Affari generali, il sottosegretario Sandro Gozi, parla del progetto dell’Europa a più velocità affermando che “rilanciare l’Unione europea, utilizzando pienamente i trattati, vuol dire, come l’Italia chiede da tempo, anche andare avanti per gruppi di Stati”. Per Gozi lo si dovrebbe fare “a partire da Sicurezza e Difesa” dove già si è ipotizzata una cooperazione differenziata, ma bisogna farlo “in maniera però sempre aperta ed inclusiva verso tutti coloro che manifestino altrettanta e forte volontà politica a procedere in questa direzione”.
Per l’Italia quella dell’Ue a più velocità, “dovrà diventare il metodo ordinario, nel rispetto dei trattati e delle regole di vivere a 27”, accettando il fatto che “se ci sono gruppi di Paesi che decidono di procedere” più speditamente in una certa direzione, “devono poterlo fare senza bloccare nessuno”.
A chi sollevava il dubbio che con una Ue a più velocità l’Italia non farebbe parte del ‘gruppo di testa’, Gozi ha risposto che il nostro Paese “non è preoccupato di essere nel gruppo di testa”, in quanto “lo siamo sempre stati e ci rimaniamo”, ma piuttosto “la nostra preoccupazione è evitare che per timori, cautele e prudenze eccessive di altri partner in dibattiti importanti, l’Ue resti in questo status quo”. Uno status quo che “ci preoccupa” afferma Gozi che accoglie perciò con favore la proposta fatta dai Paesi del Benelux al Vertice di Malta, che spinge proprio per l’Europa e più velocità, definendola “un modo per uscire da questo status quo”, e un “approccio che va nella giusta direzione”.
“Per noi la velocità conta ma allo stesso modo conta il senso della direzione” che si intraprende, ha affermato il portavoce della Commissione Margaritis Schinas, aggiungendo che il tema dell’Europa a due velocità non verrà discusso nel collegio dei commissari di domani, ma che l’esecutivo “sta lavorando a un Libro Bianco che dovrebbe vagliare le differenti possibilità di sviluppo per l’Ue”. Da questa discussione la Commissione “non è stata tagliata fuori” ha assicurato Schinas, e anzi “continuerà a essere centrale” e “insieme agli amici maltesi e italiani disegnerà la strada per la conferenza di Roma” del 25 marzo prossimo, quando gli Stati membri celebreranno il 60esimo anniversario la firma del Trattato che prende il nome dalla capitale italiana e delineeranno il futuro dell’Unione.