Bruxelles – Il primo ministro della Romania, Sorin Grindeanu, sotto la pressione crescente delle proteste di piazza, ha ritirato il decreto d’urgenza sull’amnistia approvato nella notte del 31 gennaio e ribattezzato decreto “salva corrotti”. Nonostante la marcia indietro del governo, sono ancora migliaia i manifestanti nelle piazze di Bucarest e di molte altre città romene per chiedere a Grindeanu di lasciare l’incarico. “Dimissioni, dimissioni”, continuano a gridare quasi 300 mila persone davanti al Parlamento, sventolando bandiere della Romania.
“Non è una questione di cedere di fronte a un avversario”, aveva dichiarato il 4 febbraio sera il leader del partito Alde, Calin Tariceanu, alleato dei socialdemocratici al governo, preannunciando il dietrofront sul decreto. “Ed è proprio perché non abbiamo nulla da nascondere che ritiriamo quest’ordinanza”, ha concluso. Intanto, il premier Grindenau ha fatto sapere, durante un’intervista alla televisione nazionale, di non avere intenzione di dimettersi “per soddisfare la piazza”, dichiarando di “non voler dividere la Romania” e di voler trovare una soluzione condivisa con l’opinione pubblica sulla riforma della giustizia.