Bruxelles – Uno sciopero della fame per farsi ascoltare: è la protesta avviata dai richiedenti asilo in Grecia. Mentre l’Unione europea stringe accordi con la Libia per evitare la partenza di nuovi migranti, tornano a far discutere le condizioni di coloro che già si trovano sul suolo europeo. Arrivano infatti notizie preoccupanti dalla Repubblica ellenica e in particolare dalle isole, dove ancora si trovano migliaia di migranti in attesa di una risposta alle loro richieste di protezione internazionale. La scorsa settimana, sulle isole greche e vicino ad Atene, alcuni richiedenti asilo hanno organizzato diverse proteste per denunciare le difficili condizioni a cui sono sottoposti.
L’ultima azione di questo tipo risale alla scorsa domenica (5 febbraio) nel campo Eliniko, nella zona sud di Atene. Si tratta di un ex complesso sportivo costruito per le Olimpiadi del 2004 e ora adibito a ospitare un migliaio di persone, tra cui famiglie con bambini. Un’agenzia locale riporta di come cittadini greci e rifugiati abbiano protestato contro il ministro greco per l’Immigrazione Yannis Mouzalas in visita al campo, cercando di impedirgli di entrare. Il ministro, scortato dalla polizia, avrebbe risposto alle proteste accusando alcuni rifugiati di mettere in atto un “falso” sciopero della fame.
La situazione è anche peggiore nelle isole greche. La scorsa settimana, sull’isola di Samos, alcuni migranti hanno cominciato uno sciopero della fame per protesta. Secondo Euobserver, i migranti in questione sarebbero stati senza servizi per un mese, fino al giorno in cui hanno cominciato lo sciopero. Una persona è stata portata in ospedale dopo tre giorni di completo digiuno. In generale, tra scarse condizioni igienico-sanitarie e mancanza di riscaldamento, la vita sulle isole greche è molto dura per i profughi. Diverse donne avrebbero denunciato di sentirsi poco sicure nei campi, soprattutto quando devono allontanarsi dalla propria famiglia per andare in bagno.
Per poter essere accompagnati sulla terraferma, i migranti devono dimostrare di appartenere alle “categorie a rischio”. Così molti si affidano ancora una volta ai trafficanti per scappare dalla realtà dei campi sulle isole. L’Unhcr, agenzia Onu per i rifugiati, ha indicato che in Grecia circa 18,000 persone vivono attualmente in appartamenti, alberghi o altre strutture di accoglienza, ma la maggior parte risiede ancora nei campi. Un problema sul quale l’Ue è chiamata a intervenire.