Roma – C’è una netta “linea di demarcazione tra la libertà di espressione, che va tutelata, e la diffusione dell’odio” sui social network e le piattaforme online, che invece “è vietata dalle norme europee e internazionali”. A ricordarlo è la commissaria europea alla Giustizia, Věra Jourová, intervenuta ieri in audizione davanti alla commissione Joe Cox, voluta e presieduta dalla presidente della Camera, Laura Boldrini, per indagare sull’intolleranza, la xenofobia, il razzismo e i fenomeni di odio.
Jourová ha ricordato che dopo un accordo tra la Commissione europea e alcuni colossi del web “tra i quali Facebook, Youtube, Twitter e Microsoft” sia stato “adottato in maggio un codice di comportamento” che impone alle piattaforme informatiche “di verificare, in meno di 24 ore, i contenuti che riguardano l’odio e di rimuoverli”. Per l’esponente dell’esecutivo comunitario, “i tempi sono fondamentali perché quei contenuti, nel frattempo, possono fare danni a migliaia di persone”. Quindi, “se il codice di comportamento non dovesse funzionare”, ha promesso, “non esiterò a proporre una normativa più incisiva”.
Sollecitata da Boldrini, la quale ha segnalato che la percentuale di rimozione di post in italiano incitanti all’odio ammonta appena al 3% di quelli incriminati, la commissaria della Repubblica Ceca ha assicurato che verificherà perché “in Italia il tasso di rimozione sia così basso”. A suo avviso è possibile si tratti di “un problema linguistico”, ma in ogni caso “chiederò conto ai provider e controlleremo”, ha garantito, perché “serve un’azione repressiva” contro la diffusione di odio online. Contro le accuse di voler creare una censura da Grande fratello, Jourová ha tagliato corto: “Mi citano George Orwell, ma io penso sia illegale incitare all’omicidio. L’hate speech (incitamento all’odio) online è illegale, non è libertà di espressione”.