Roma – “L’ipotesi di una possibile procedura di infrazione” contro l’Italia da parte della Commissione europea per la violazione della regola del debito “è estremamente allarmante”. Quindi, secondo il ministro delle Finanze Pier Carlo Padoan, “un aggiustamento è indispensabile per evitarla”. Rispondendo alle interrogazioni dei senatori sulla risposta inviata a Bruxelles in merito alla richiesta di un aggiustamento di bilancio, il titolare di Via XX Settembre ha spiegato ieri che l’avvio di un’infrazione “comporterebbe una riduzione di sovranità sulle decisioni di politica economica e, soprattutto, comporterebbe costi ben superiori” rispetto alla correzione da 3,4 miliardi richiesta dai commissari Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici.
Se l’esecutivo comunitario proponesse al Consiglio europeo di sanzionare l’Italia, ha ammonito Padoan, ci sarebbe una “sottrazione di risorse per il pubblico, per la crescita, per l’occupazione a seguito di un probabile aumento dei tassi di interesse”, i quali “risentono dell’accresciuta instabilità politica”. Quindi un intervento sul bilancio ci sarà, ma non riguarderà “interventi sull’Iva e sulle agevolazioni fiscali”, così come “è esclusa l’estensione, attraverso nuovi round, della voluntary disclosure”, il condono sull’emersione dei capitali nascosti.
“L’aggiustamento si compone per circa un quarto da tagli di spesa selettivi, per tre quarti da misure sulle entrate”, ha ricordato Padoan aggiungendo che “un miliardo di euro è atteso da maggiori entrate derivanti dal rafforzamento delle misure contro l’evasione”. Altri interventi che si ipotizzano potrebbero interessare le imposte sui tabacchi oltre che un aumento delle accise sui carburanti,già indicato nella missiva all’Ue. Riguardo alla tempistica, il titolare dei portafogli economici ha annunciato che le “misure verranno adottate al massimo entro la fine aprile”, ma “è molto probabile che saranno prese anche prima di questa scadenza”.
Nel corso del suo intervento in Aula a Palazzo Madama, il ministro ha parlato anche dell’idea di istituire una ‘bad bank’ europea per affrontare il problema dei crediti deteriorati degli istituti italiani e di altri Paesi dell’Eurozona. Si tratta di una proposta che ha l’avallo dell’Esm, il meccanismo europeo di stabilita meglio conosciuto come Fondo salva Stati, e dell’Eba, l’Autorità bancaria europea. Per Padoan “è un’idea interessante” perché costituisce “un ulteriore tentativo di introdurre un meccanismo di condivisione del rischio”. Tuttavia, precisa “andrà verificata la fattibilità”, dal momento che “siamo ancora alle fasi iniziali”.
L’obiettivo dell’Eurogruppo è di “evitare procedure di infrazione”, e “con il mio interlocutore quotidiano Pier Carlo Padoan abbiamo sempre cercato e cercheremo soluzioni e impegni comuni”. Ha spiegato ieri sera Moscovici parlando alla presentazione del suo libro “S’il est minuit en Europe” (“Se in Europa è mezzanotte”) nella sede della Regione Trentino Alto Adige a Bruxelles.
Sulla riduzione del debito pubblico “ci sono regole che conosciamo e che vanno rispettate, ma sono nell’Eurogruppo da cinque anni, prima come ministro e poi come commissario, e l’obiettivo che condividiamo – ha assicurato – è che vogliamo evitare procedure di infrazione”.
Il commissario ha insistito che “è indispensabile che l’Italia riduca il suo deficit”, aggiungendo che “è un paese nel cuore dell’Eurozona, ne è la terza economia, e deve restare credibile e solido; cercheremo una soluzione insieme. L’euro – ha concluso – è una cosa troppo seria per lasciarlo solo a Francia e Germania. Sarebbe assurdo da parte della Commissione tenere da parte l’Italia, la terza economia europea”.