Bruxelles – Migliaia di manifestanti da ieri sera in piazza nelle principali città della Romania dopo che il governo socialista di Sorin Grindeanu ha approvato un provvedimento che concede un alleggerimento delle pene per quasi 3.000 detenuti. Un decreto legge emanato d’urgenza nella notte di ieri, come misura contro il sovraffollamento delle carceri. Misura di cui però in gran parte beneficeranno politici e funzionari di governo condannati o indagati per corruzione, abusi di potere e malversazione.
La Commissione europea, in una nota congiunta del presidente Jean-Claude Junker e del primo vice presidente Frans Timmermans, si dice “fortemente preoccupata” per gli avvenimenti in Romania, ricordando che “l’irreversibilità dei progressi raggiunti contro la corruzione è essenziale per la Commissione”. Le istituzioni europee “controlleranno a fondo il decreto urgente sul codice penale” e “mettono in guardia contro qualsiasi indietreggiamento” nell’ambito della lotta alla corruzione.
È la seconda volta, nel giro di pochi mesi, che la Romania fa discutere per questioni di corruzione. Nel dicembre 2016 aveva destato scalpore la decisione del presidente della Repubblica, Klaus Iohannis, di non nominare presidente del Consiglio il leader del partito socialista, Liviu Dragnea, nonostante avesse vinto le elezioni politiche. Un “no” dettato dai precedenti guai giudiziari del leader socialista, accusato di abuso d’ufficio e condannato per frode elettorale.