Bruxelles – “Caro Valdis e caro Pierre”, inizia così, con i nomi dei destinatari scritti a mano come d’abitudine, l’attesa lettera che il ministro delle Finanze Pier Carlo Padoan ha inviato in serata – appena entro il limite massimo – ai commissari europei Valdis Dombrovskis e Pierre Moscovici, che il 17 gennaio avevano chiesto una correzione da 3,4 miliardi di euro alla Legge di bilancio 2017. Il rapporto allegato alla missiva “spiega perché, sebbene a prima vista la regola del debito sembri non essere stata rispettata, dovrebbe invece essere considerata soddisfatta una volta tenuti nel dovuto conto i fattori rilevanti” che influenzano l’andamento del debito italiano, spiega il ministro.
“Basandoci su più realistiche e più ampiamente negative stime dell’output gap fornite nel rapporto, la politica fiscale italiana nel 2017 e quella pianificata per il 2018 e il 2019 mostrano di essere pienamente rispettose del Patto di stabilità e crescita”, rivendica il titolare dell’Economia, ponendo nuovamente l’accento sulle emergenze del terremoto cui nell’ultimo periodo si è sommato il maltempo e del flusso record di migranti sbarcati sulle nostre coste lo scorso anno.
Per Padoan i risultati raggiunti sul debito “possono essere considerati più che soddisfacenti”, come indica una nota pubblicata sul sito del ministero, ma l’Italia è pronta ad agire sul “presunto scarto” tra il saldo di bilancio previsto per il 2017 dal governo e quello ritenuto necessario dalla Commissione europea per ridurre progressivamente il debito pubblico del nostro Paese.
L’aggiustamento, afferma il ministro, sarà “parte di una più completa strategia pluriennale che sarà dettagliata nel Programma di Stabilità 2017 e nell’orizzonte temporale del Documento di economia e finanza”, che verrà presentato ad aprile, perché l’esigenza di non soffocare la crescita con una troppo rapida riduzione del debito rimane una convinzione dell’esecutivo.
L’ammontare complessivo dello “sforzo strutturale” per riportare il deficit in linea con le richieste Ue, si legge nella lettera, “sarà composto approssimativamente da un quarto di tagli alla spesa e il resto da aumenti di entrate”. Bruxelles aveva chiesto al governo italiano una correzione del deficit di ulteriori 0,2 punti percentuali di Pil nel 2017, pari a circa 3,4 miliardi di euro. I tagli alla spesa, spiega Padoan, arriveranno per “circa il 90 per cento” da un rafforzamento della spending review, mentre “sul lato delle entrate, gli sforzi di aggiustamento includeranno misure di tassazione indiretta, accise e un ulteriore potenziamento delle politiche recentemente adottate, con risultati soddisfacenti, per aumentare la raccolta fiscale”.
Secondo fonti Mef, l’Iva resta esclusa dalle ipotesi di intervento, rimarrebbe quindi da capire a quale tipo di “imposta indiretta”, oltre alle accise sui carburanti, si riferisca il ministro. Quanto agli “ulteriori potenziamenti” delle misure che hanno consentito maggiori entrate, il riferimento sembra essere la voluntary disclosure, un condono sull’emersione di capitali nascosti.