Bruxelles – Greenpeace lancia l’allarme. In occasione della pubblicazione di un report sui progressi dell’Unione energetica europea, l’associazione ambientalista ha attaccato la Commissione Europea perché i piani dell’Ue sarebbero “insufficienti per rispettare la sfida del cambiamento climatico”, e soprattutto “gli impegni presi alla COP21 di Parigi nel 2015”, si legge in un comunicato emesso stamane dall’Ong.
Il policy advisor Sebastian Mang per l’energia Ue di Greenpeace non usa giri di parole e critica pesantemente l’attuale operato dell’Unione europea in materia di energia. “Gli attuali piani dell’UE non vanno neanche vicino alla scala d’azione necessaria per affrontare la sfida del cambiamento climatico”. E aggiunge: “per mantenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 gradi, come stabilito a Parigi, l’Ue deve accelerare la sua strategia verso il 100% di energia rinnovabile”.
Come fare allora? Greenpeace ha un piano suddiviso in tre punti, e chiede all’Unione europea di metterlo in atto. In primo luogo, l’Ue dovrebbe raggiungere in minor tempo possibile la transizione verso l’energia rinnovabile e l’abbandono del carbone. Allo stesso tempo, l’organizzazione ambientalista chiede all’Unione di incentivare l’utilizzo delle energie rinnovabili, dando ai cittadini il controllo sul proprio utilizzo e fabbisogno di energia. Greenpeace sottolinea il senso economico della sua proposta: “il settore dell’energia rinnovabile ha impiegato oltre un milione di persone in Europa nel 2015, e le cifre continuano ad aumentare”.
L’organizzazione ambientalista ha un’altra critica all’Ue, chiamata a disinvestire al più presto nei combustibili fossili. In particolare fermando i dannosi sussidi ai combustibili e alle centrali nucleari, ad esempio sotto forma di “capacity payments che tengono in vita sporche centrali elettriche”, accusa Greenpeace.