di Carmen Baffi, Sara Giuliani
Questa volta un tweet non sarebbe bastato a Donald Trump. Nelle dichiarazioni rilasciate al “Times” e alla “Bild”, infatti, non solo ha criticato la Germania in fatto di difesa migratoria, ma ha anche definito la Nato “obsoleta”.
“Questo, per due motivi: innanzitutto, gli Stati europei non spendono abbastanza nella difesa e poi, perché non ha saputo occuparsi di terrorismo islamico”, spiega Alessandro Marrone, responsabile di ricerca nel Programma Sicurezza e Difesa dellIstituto Affari Internazionali (Iai) e coordinatore di progetti per il ruolo dell’Ue e della stessa Nato.
“La mia ipotesi è che la Nato rimarrà funzionante e importante, ma dovrà essere ri-orientata. Se Trump otterrà l’accordo con la Russia, la funzione di deterrenza e difesa della Nato rispetto a questa perderà importanza: si normalizzerebbero e pacificherebbero i rapporti; ci sarebbero meno tensioni. Poi, è possibile che la Nato si occuperà di più del terrorismo islamico. È questa la questione principale evidenziata da Trump e non solo da lui, ma anche da Francia e Germania, le quali hanno subìto attentati islamici sul proprio territorio; per non parlare dell’Italia che vive una situazione di costante pericolo con il continuo sbarco di immigrati, nonostante non sia mai stata vittima di episodi di terrorismo“.
L’esperto ha anche ricordato che al Presidente americano non piacciono le istituzioni multilaterali, quali sono la Nato o l’UE, quindi non si mostra fiducioso rispetto alle stesse.
Ma questo basta a giustificare le accuse dell’intraprendente neopreosidente? Cosa deve aspettarsi, per esempio, l’Unione Europea da un Donald Trump, che sembra essere un fiume in piena di idee inaspettate?
Le idee di costruire un muro al confine con il Messico e di arrivare a un accordo con la Russia, secondo Marrone, sono state i suoi “cavalli di battaglia”, gli stessi che lo hanno portato alla vittoria.
“È importante per l’UE non farsi trovare impreparata se dovesse costituirsi un’alleanza USA-Russia, ma definire piuttosto la propria posizione nei confronti di quest’ultima, tenendo conto dei propri interessi economici, di sicurezza e dei propri valori in relazione ai diritti umani”.
In più Marrone non esclude la possibilità che Trump decida di portare avanti accordi bilaterali con i singoli Paesi membri dell’Ue: “Una delle principali forze dell’Unione è l’aver negoziato accordi di libero scambio con il Canada (il più recente) e altri paesi importanti – piccoli, medi e grandi – come un singolo blocco capace di strappare condizioni favorevoli. Se Trump tentasse accordi bilaterali in campo economico con i singoli paesi membri, Germania, Italia, ma anche Francia dovranno tentare un accordo Ue-Usa, facendo leva proprio su questa positività (soprattutto se nel mirino trumpiano dovessero rientrare dazi doganali o l’accesso al mercato interno)”.
Due cose, quindi, sembrano chiare: la passione di Trump di navigare in un mare di indecisione e la necessità dell’UE di mostrarsi forte della propria compattezza.