Roma – “Ho già detto che l’espressione ‘manovra aggiuntiva’ mi crea qualche scompenso”, quindi “rispetteremo le regole europee (di bilancio, ndr) ma senza in alcun modo manovre che possano avere effetti depressivi”, e comunque “in continuità” con la linea di politica economica che ha caratterizzato il precedente governo Renzi nel tentativo di rilanciare la crescita. Da Madrid, dove si è recato in visita al suo omologo spagnolo Mariano Rajoy, il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, non scioglie l’ambiguità del governo italiano sulla risposta alle richieste di una manovra correttiva alla Legge di bilancio avanzate dalla Commissione europea.
Stamane, uscendo dal Consiglio Ecofin di Bruxelles, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan aveva confermato che l’Italia risponderà entro il primo febbraio alla lettera dei commissari Dombrovskis e Moscovici, senza tuttavia indicare se la risposta conterrà o meno le indicazioni su come recuperare i 3,4 miliardi di euro richiesti da Bruxelles per non avviare una procedura di infrazione contro il nostro Paese.
L’indicazione del titolare di Via XX Settembre sul danno di credibilità che deriverebbe all’Italia da un’eventuale sanzione – a suo avviso sarebbe “un’inversione a U” dopo gli sforzi fatti negli ultimi anni per rispettare le regole europee – lasciava intendere che non c’è alcuna intenzione di tirare troppo la corda. Le parole di Gentiloni, tuttavia, sembrano andare in direzione opposta. L’unica costante è il fatto che “il confronto con l’Unione europea è in corso e proseguirà”, ma per sapere come andrà a finire, a quanto pare, toccherà attendere ancora qualche giorno, fino al primo febbraio.
A dare man forte a Gentiloni ha contribuito il collega spagnolo, anch’egli destinatario delle attenzioni della Commissione, che “è stata flessibile in alcuni momenti”, ha riconosciuto Rajoy, ma sebbene sia “volontà di tutti il rispetto degli impegni presi sulla riduzione del debito e del deficit”, ha precisato, questo deve essere “compatibile con una flessibilità che consenta di tutelare la crescita e l’occupazione”.
Italia e Spagna fanno fronte comune, quindi, e domani potrebbe arrivare un ulteriore sostegno degli altri paesi della sponda Sud dell’Ue (Francia, Portogallo, Grecia, Cipro e Malta), i cui capi di Stato e di governo si incontreranno a Lisbona per discutere di “immigrazione, lotta al terrorismo, sicurezza dei nostri cittadini all’interno e all’esterno dell’Ue”, ha annunciato Rajoy. “Parleremo naturalmente anche di Brexit”, ha aggiunto, ma non verranno tralasciati i temi “della crescita e dell’occupazione”. Argomenti, questi ultimi, sui quali la visione che verrà fuori dal vertice di domani farà certamente storcere il naso da Berlino in su.