Bruxelles – Sempre più europei decidono di passare la notte in hotel e ostelli quando per piacere o lavoro visitano città e Paesi del continente europeo. L’ultimo rapporto dell’Eurostat sul turismo in Europa mette il segno più al numero delle notti che i turisti hanno trascorso nel 2016 in strutture ricettive, ad eccezione di Francia e Regno Unito che hanno registrato un calo di quasi il 5%.
Rispetto al 2015, nell’anno appena trascorso c’è stato un aumento del 2% dei pernottamenti nell’Unione europea, con un picco di oltre 2,8 miliardi di euro, mentre da Parigi e Londra arrivano segni negativi del meno 4,6% per la Francia, dove il calo di pernottamenti da parte dei non residenti è stato addirittura dell’8,7%, e meno 4,5% per il Paese della Brexit.
Nel 2016 in molti hanno deciso di dormire nelle strutture ricettive dei Paesi dell’Europa dell’Est, come la Bulgaria (+17,9%), il primo paese per numero di pernottamenti dell’anno scorso, seguita da Slovacchia (+16%) e Polonia (+11%), mentre la Spagna ha registrato un +7,8%, seguita da Germania (+2,8%) e Italia, in crescita di mezzo punto percentuale (+0,5%).
In generale, dal 2009 ad oggi, proprio negli anni in cui la crisi economica ha visto i suoi momenti più critici, c’è stato un progressivo aumento delle prenotazioni nelle strutture ricettive. Agli europei piace dormire fuori casa, soprattutto se vanno all’estero. Secondo l’ufficio statistico dell’Unione europea, nel 2016 ad aumentare è stato soprattutto il numero dei pernottamenti di non residenti dello Stato membro, cresciuti del 3,6% rispetto a quelli dei residenti che hanno registrato uno +0,6%.
Le destinazioni preferite dei turisti che vanno all’estero, in termini assoluti, sono state Spagna con più 22%, Italia con il 15%, Francia e Regno Unito entrambe hanno registrato un incremento del 9 per cento.