Bruxelles – La corte di Giustizia europea ha respinto la richiesta di risarcimento portata avanti da alcune banche commerciali con sede in Francia, detentrici di titoli di Stato greci. Gli istituti chiedevano alla Corte di condannare la Banca centrale europea a risarcire i danni che avrebbero loro cagionato le misure adottate da Francoforte per far fronte alla crisi del debito greco. Danni quantificabili in circa 11 milioni di euro.
A fronte della crisi finanziaria e del rischio di default della Grecia, nel febbraio 2012 la Bce e le banche centrali nazionali degli Stati membri dell’Eurozona da una parte, e la Grecia dall’altra, avevano concluso un accordo secondo il quale i titoli di Stato greci detenuti dalla stessa Bce e dalle banche centrali sarebbero stati scambiati contro nuovi titoli, aventi lo stesso valore nominale e tasso di interesse, ma con date di emissione diverse. Contemporaneamente, le autorità greche e il settore privato concordavano uno scambio volontario di titoli detenuti dal settore privato che, grazie alla clausola di azione collettiva, riduceva il valore nominale dei titoli detenuti da tutti, che fossero favorevoli o meno allo scambio, al 53,5%.
Con tale sentenza, la Corte, respinge il ricorso ed esclude in tal modo ogni responsabilità della Bce, non ravvisando disparita di trattamento degli investitori privati.