Roma – “Non sono preoccupato per l’euro, quelli che ne prevedono la morte si sbagliano”. Il commissario europeo per gli Affari economici, Pierre Moscovici, è ottimista sul futuro della moneta unica, ma anche consapevole che non stia funzionando perfettamente. Perché da un lato “è una protezione potente per le nostre economie”, spiega in una intervista al Corriere della sera, ma presenta anche “dei limiti sui quali dovremo riflettere”, perché “l’euro deve produrre convergenza, non divergenza”, ammette.
L’occasione per portare avanti la riflessione sulle possibili soluzioni sarà il 60° anniversario dei trattati di Roma, a marzo prossimo. Un appuntamento nel quale la Commissione europea presenterà le proprie proposte in un libro bianco, annuncia il francese che si dichiara favorevole, “come Pier Carlo Padoan”, a “un bilancio europeo con un’assicurazione contro la disoccupazione”.
Si tratta di una posizione espressa “a titolo personale”, precisa l’esponente dell’esecutivo comunitario, che però apre all’ipotesi che la proposta sia contenuta nell’annunciato libro bianco. Così come potrebbe figurare quella di istituire “un presidente permanente dell’Eurogruppo che sia anche membro della Commissione” e sia “responsabile davanti Parlamento Ue”.
È l’identikit di un ministro delle Finanze dell’Eurozona, quello tracciato da Moscovici. Il commissario è inoltre convinto che per far funzionare questa nuova figura “dobbiamo dare muscoli alla nostra capacità di investimento”. E in questo senso, il piano Juncker per gli investimenti strategici “è solo una prima tappa”.
Di altri cambiamenti, Moscovici, non parla esplicitamente, ma ciò che dice a proposito del Patto di stabilità e crescita suggerisce che anche lì sarebbe necessario intervenire. Stuzzicato sul doppio standard che vede la Commissione più inflessibile verso l’eccesso di deficit italiano che nei confronti del surplus commerciale tedesco, il socialista francese spiega che “abbiamo una procedura per deficit eccessivo che ha i denti, è efficace e ha regole abbastanza automatiche”. Al contrario, prosegue, la procedura “per squilibri interni eccessivi è meno automatica e gestisce delle asimmetrie”.
In altre parole, “la Commissione ritiene che, come la Francia e l’Italia devono risolvere i loro problemi di debito, la Germania deve contribuire a ridurre i suoi surplus delle partite correnti investendo di più”. Però, è la tesi di Moscovici, richiamare la Germania è più complicato. Anche perché il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble – che ha risposto “sbagliate indirizzo” quando la Commissione ha appunto richiamato Berlino per l’eccesso di surplus commerciale – “non ha torto nel dire che non è uguale puntare il dito contro un successo (l’elevato export tedesco, ndr) e contro un fallimento (il debito eccessivo di Francia e Italia)”.
Venendo a questioni di più stretta attualità, le richieste di correzioni al bilancio italiano, Moscovici ha confermato la convinzione che, dopo il bilaterale di ieri con il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, una soluzione sia vicina. “Il governo italiano si era impegnato a un deficit all’1,8% del Pil nel 2017, poi è arrivato a 2,4%”, ricorda il commissario, aggiungendo che “una parte di flessibilità” è stata accettata ma “resta però uno scarto di 0,2%. Quindi abbiamo scritto a Padoan e cercheremo insieme le soluzioni perché l’Italia rispetti il criterio sul debito”, spiega. “Ci arriveremo, non ho vere preoccupazioni su questo”, assicura escludendo ci sia tensione con la controparte italiana. Non c’è alcun malinteso, ribadisce, e “se ci fosse, lo abbiamo cancellato Pier Carlo e io parlandoci qui a Davos”.