di Guglielmo Ragozzino
A Davos, in Svizzera, ogni anno, in gennaio, il pianeta si guarda allo specchio ed è uno specchio dorato. La novità questa volta è il presidente della Cina che ormai entra di pieno diritto tra gli invitati che sono capi di stato e miliardari, con un corteggio di consulenti, commentatori e compagnia bella.
Il controcanto nel coro dei ricchi è tradizionalmente offerto dallo studio di Oxfam, la famosa ONG inglese che rampogna i presenti per la loro avarizia e grettezza. Il lavoro della gente di Oxfam si riassume in una magnifica promessa: «Possiamo costruire un mondo migliore, con un lavoro decente per tutti, dove donne e uomini sono trattati alla pari, dove i paradisi fiscali a favore di qualche individuo saranno un ricordo nei libri di storia e dove ciascuno pagherà con giustizia la sua parte per sostenere una società che sia a beneficio di ciascuno».
Il messaggio della ONG inglese sta soprattutto in un numero che indica quanti siano i ricchi che hanno una ricchezza pari alla metà più povera degli umani. Il numero fatidico del 2010 era 388, ma l’anno scorso era diventato 62; sessantadue persone viventi che avevano tanto quanto 3,6 miliardi di altri viventi, meno forniti di beni. Il numero del 2017 è ancora più smilzo, quanto dire che la globalizzazione, celebrata a Davos, ha davvero esagerato. Otto persone hanno ricchezze pari a metà del mondo. Gli otto per una volta compaiono con nome e cognome sui giornali di tutti i giorni, tanto quelli economici quanto quelli di gossip. C’è un finanziere americano di lunga durata, un venditore di abbigliamento spagnolo; gli altri sei operano nel sistema della comunicazione, allargato. C’è il messicano che si allarga sui telefoni tradizionali o meno che siano e c’è il giovanotto che ha inventato i social.
I nomi sono sempre gli stessi, quelli che capeggiano la classifica dei miliardari in dollari di Forbes, il magazine americano. Il conteggio miliardario in buona sostanza si ottiene moltiplicando il numero delle azioni possedute da uno per il loro valore di borsa; in altre parole si attribuisce al mezzo mondo meno dotato di ricchezze, poveri beni di valore pari ai fondi azionari in capo agli otto fatidici personaggi. In altre parole, visto così il mondo sembra aver cambiato ben poco dai tempi dei faraoni e dei costruttori delle piramidi.
Se le liste delle straordinarie ricchezze dei magnati derivano dalle classifiche elaborate da Forbes con tecniche di calcolo e criteri attendibili, i dati sulle ricchezze dei viventi normali sono elaborati dal Credit Suisse, una principale banca svizzera. Potremmo fare le solite ironie sul fatto che una banca per comprare, vendere, prestare i soldi deve in primo luogo sapere dove si trovano. Il primo passo è la geografia economica. Così è utile conoscere la piramide mondiale che la banca ci propone. Il globo dei viventi è suddiviso in quattro categorie di persone; se poi qualcuno vorrà parlare di caste o perfino di classi, lo faccia liberamente.
Una prima cosa da notare è che il Credit Suisse distingue tra adulti (forse perché solo gli adulti hanno un conto corrente bancario?) e altri viventi. A occhio gli adulti sono circa tre quinti del la massa dei viventi. Le classi sono quattro. La prima contempla le persone con una ricchezza superiore a un milione; si tratta di 33 milioni di anime, pari allo 0,7% dell’intero mondo adulto. Esse hanno una ricchezza calcolata in 116 trilioni di dollari, pari al 45,6% del totale. Come è a tutti noto, un trilione vale nella parlata di Wall Street – e di Davos – mille miliardi. La seconda classe ha ricchezze maggiori di 100mila e minori di un milione di dollari. Si tratta di 365 milioni di viventi pari al 7,5% del totale. La loro ricchezza complessiva è calcolata in 103,9 trilioni pari al 40,6% della ricchezza totale. Segue poi la terza classe che detiene tra 10 mila e 100 mila dollari. Comprende 897 milioni di persone che corrispondono al 18,5% dell’insieme. La ricchezza complessiva è di 29,1 trilioni, pari all’11,4%. Infine chi sono gli infimi, le anime morte, con meno di 10 mila dollari. Si tratta di 3.546 milioni di persone corrispondenti al 73,2% di tutti gli adulti. Complessivamente hanno 6.1 trilioni pari al 2,4%
Per dirlo con parole dei banchieri svizzeri il divario tra ricchi e poveri è ancora più significativo. «Il rapporto stabilisce inoltre che la disuguaglianza di ricchezza, tra la parte dell’1 percento e del 10 percento degli adulti, e quella del resto della popolazione adulta del mondo cresce ancora. Mentre, in basso, metà della popolazione ha complessivamente meno dell’1% della ricchezza totale, il 10% più ricco detiene l’89% di tutti i beni globali».
Credit Suisse fotografa anche le ricchezze medie individuali degli adulti nei vari paesi del mondo. Così sappiamo che un adulto svizzero-tipo dispone di beni pari a oltre mezzo milione di dollari (561,9), un cinese-tipo ha beni per 22,9 migliaia di dollari. In mezzo gli altri: un americano 347 mila dollari; un inglese 288,8; un francese 244,4; uno svedese 227,3; un tedesco 185,2; un europeo generico 125,5, compreso quindi un generico italiano; un adulto mondiale medio 52,8 mila dollari, mentre del cinese, al fondo della classifica, si è detto prima. La voglia di rivalsa di Xi Jinping presidente cinese, si spiega anche così, come pure si spiega la fiducia nella propria forza d’urto nell’avvenire di un mondo ancor più globalizzato. È Adamo Smith a Pechino come prevedeva Giovanni Arrighi, oppure Confucio a Davos come verrebbe voglia di parodiare vent’anni dopo?
Pubblicato su Sbilanciamoci! il 19 gennaio 2017.