Bruxelles – Il fatto che faccia parte di un gruppo privato di economisti, banchieri e finanzieri potrebbe influenzare il suo lavoro di supervisore delle banche europee. Questa la ragione che ha spinto il mediatore europeo, il cosiddetto European Ombudsman, a aprire una nuova inchiesta nei confronti del Presidente della Bce, Mario Draghi.
L’italiano a capo della Banca europea fa parte di un’organizzazione internazionale di banchieri e finanzieri che analizzano questioni economico-finanziarie: il Gruppo dei Trenta o G30. Il gruppo è considerato molto influente a livello internazionale e, afferma l’europarlamentare della SInistra Unita Gue, Fabio De Masi, “il fatto che Draghi faccia parte di un gruppo di governatori di banche che lui dovrebbe controllare è molto problematico”.
Il Mediatore europeo ha aperto una nuova inchiesta, dopo quella già avviata nel 2012 in cui gli venivano contestati dubbi simili e poi chiusasi con un nulla di fatto. L’Ombudsman vuole verificare se la compresenza di più ruoli per Draghi, seguita ai nuovi compiti che negli ultimi anni l’istituto di Francoforte ha assunto, possa danneggiare la garanzia di terzietà che il suo ruolo di presidente della Bce prevede.
Nella lettera che indirizza a Draghi il Mediatore precisa “di non aver preso nessuna posizione in merito, ma di voler andare avanti con ulteriori indagini” e chiede alla Bce di collaborare “nel facilitare la verifica di tutti i documenti necessari a comprendere il reale coinvolgimento della Banca centrale nel Gruppo dei Trenta”.