Bruxelles – Con le elezioni di medio termine all’interno del Parlamento europeo due italiani dovrebbero lasciare la presidenza di commissione a cui erano stati eletti a inizio legislatura. Si tratta di Silvia Costa del Pd e di Giovanni La Via del Nuovo Centrodestra. In entrambi i casi non si tratterebbe di una questione politica legata al loro operato ma a patti interni tra i gruppi e alle regole sulla ripartizione delle cariche tra le diverse delegazioni nazionali.
Costa era stata scelta nell’estate del 2014 per guidare la commissione Cultura, ma la sua elezione sarebbe stata legata a un patto, all’interno del gruppo socialista, con la delegazione tedesca che prevedeva che in quel posto i due Paesi si sarebbero alternati. Dovrebbe toccare quindi a una (o un) deputata della Spd prendere ora il suo posto.
A ‘inguaiare’ La Via è stata invece l’elezione di Antonio Tajani alla carica di Presidente del Parlamento europeo. L’eurodeputato siciliano era stato scelto per guidare la commissione Ambiente, una scelta che rappresentò allora un grosso attestato di stima da parte dei suoi colleghi che scelsero un esponente di una formazione politica, l’Ncd, che era minoritaria nel Ppe rispetto alla più grande delegazione di Forza Italia. Ma difficilmente potrà mantenere questa carica nel prosieguo della legislatura a causa delle conseguenze del Metodo D’Hondt, il metodo con cui si ripartiscono le cariche tra i gruppi e le delegazioni nazionali. Con l’elezione di Tajani i popolari italiani hanno ‘speso’ buona parte dei loro ‘punti’, e non gliene rimangono abbastanza per poter rivendicare quindi la presidenza di una delle commissioni parlamentari più grandi che dovrebbe restare nelle mani dei popolari ma passando a un esponente di un altro Stato membro.