Roma – Naufragato l’accordo commerciale tra Ue e Stati Uniti, il Ttip che non è certo una priorità per il neo presidente statunitense Donad Trump, la campagna Stop-Ttip ha ancora nel Ceta, l’intesa tra Unione europea e Canada, un nemico da abbattere. Per scongiurarne la ratifica, gli attivisti europei vogliono esercitare pressioni sull’Europarlamento e si sono dati appuntamento per domani, con iniziative che combineranno presidii e manifestazioni fisiche in molte città con forme di protesta sul web e sui social network.
In Italia ci saranno iniziative nelle principali città, come quelle di Piazza de’ Ciompi, a Firenze, e di Piazza Castello a Torino. Un volantino in versione digitale sarà poi diffuso dagli attivisti sul web, con l’intento di spiegare le ragioni della loro opposizione al Ceta. Useranno il ‘mail bombing’ e posteranno il loro volantino sui social network, e in particolare sulle pagine degli eurodeputati, che saranno destinatari anche di tweet e post sui propri profili facebook.
“L’obiettivo è prendere di mira gli eurodeputati favorevoli all’accordo di libero scambio Ue-Canada, che martedì 24 gennaio passerà al vaglio della commissione Commercio del Parlamento europeo, per poi approdare in Plenaria per la ratifica il prossimo 15 febbraio”, spiegano in un comunicato i contestatori.
La loro portavoce, Monica Di Sisto, rivendica che “grazie alla forte opposizione della società civile, il Ceta dovrà passare anche per tutti i Parlamenti nazionali” per ottenere la ratifica. Ciononostante, “la Commissione europea ha intenzione di applicare provvisoriamente buona parte dell’accordo senza aspettare il verdetto degli Stati Membri”, denuncia ancora Di Sisto, convinta che “sarebbe uno schiaffo alla democrazia e ai cittadini europei”.
Elena Mazzoni, una dei coordinatori della campagna Stop-Ttip, sintetizza alcune delle ragioni della protesta. “La commissione Lavoro dell’Europarlamento ha già sottolineato i rischi per l’occupazione che il Ceta porta con sé”, indica. Il rischio, aggiunge, è “un’emorragia di oltre 40 mila posti di lavoro solo in Italia, e un impatto grave sulle piccole e medie imprese”. Con la manifestazione di domani, conclude Mazzoni, “chiediamo all’Assemblea di Strasburgo uno scatto di orgoglio, e l’impegno a difendere le istanze della società civile contro gli interessi del grande business, che contrastano con la tutela dell’ambiente, della salute e dei beni comuni”.