Bruxelles – L’approvazione del report sul “Pilastro europei dei diritti sociali” da parte del Parlamento europeo è una prima vittoria del nuovo assetto parlamentare che vede la fine della Grande coalizione. A rivendicarlo è il gruppo dei Socialisti & Democratici, di cui la relatrice del provvedimento è membro, secondo cui questo voto sarebbe la dimostrazione che con la fine della grande coalizione il Pse non solo ha più libertà d’azione, ma è più determinante. “Le forze progressiste hanno vinto sul blocco conservatore”, e “siamo solo all’inizio!”, ha scritto in un tweet il capogruppo Gianni Pittella.
.@giannipittella #SocialRights: Progressive forces won over conservative block on European pillar #SocialRights. This is just the beginning!
— S&D Group (@TheProgressives) January 19, 2017
L’approvazione delle raccomandazioni, contenute nel report della vice presidente socialista Maria João Rodrigues, è stata interpretata dal gruppo di Pittella come una vittoria politica che va ben oltre il singolo provvedimento.
Il Presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, aveva annunciato il pilastro europeo dei diritti sociali durante il dibattito del settembre 2015 sullo stato dell’Unione europea, nell’ambito del programma di lavoro 2016 della Commissione. Le propste dovrebbero arrivare a marzo 2017. “Dopo una lunga crisi economica e sociale, e di fronte alla crescita dei nazionalismi di estrema destra”, ha dichiarato la relatrice Rodrigues, “l’Europa ha bisogno di una coesione sociale più forte, sicurezza economica e uguali opportunità per i suoi cittadini”. Quindi, l’Europa secondo i socialisti ha bisogno di più sinistra, proprio mentre le istituzioni europee vanno a destra e sono controllate tutte e tre, Parlamento, Commissione e Consiglio, dal partito popolare.
Il testo è stato approvato, con 396 voti in favore, 180 voti contrari e 68 astensioni. Secondo quanto spiegano i socialisti in una nota a favore sono stati loro, Verdi e Sinistra Unita Gue in maniera compatta, appoggiati da una parte di Alde e Ppe, gruppi che ora fanno parte di una nuova maggioranza con i conservatori Ecr.
Strasburgo chiede un quadro normativo forte che sostenga e rafforzi i diritti dei lavoratori in un’economia digitale in continuo mutamento. Non solo chi ha un contratto a tempo indeterminato, ma anche chi lavora con contratti a tempo determinato, voucher o nuove forme di lavoro digitale deve essere tutelato dal “Pilastro europeo dei diritti sociali”, la cui attuazione sarà completata entro il 2017.
“Con questo pilastro europeo dei diritti sociali, miriamo a riattivare l’Ue come scudo protettivo”, ha spiegato Rodrigues, “anche alle persone che lavorano con nuove forme di occupazione” e “condizioni di lavoro dignitose, tra cui una retribuzione adeguata, anche per il lavoro di stagisti, tirocinanti e apprendisti. Inoltre, tra le proposte, c’è anche quella di porre limiti per quanto riguarda il lavoro su richiesta e vietare i contratti a zero ore.