Bruxelles – Ha parlato all’aula di Strasburgo prima di tutto da primo ministro di un Paese di frontiera dell’immigrazione, anche se oggi Malta registra un flusso migratorio meno pesante del passato rispetto a quello che ancora arriva in Italia e in Grecia.
“Quando la Marina mi chiama la sera non mi dice possiamo respingere persone sì o no, ma dobbiamo salvarle perché stanno affogando”. Partendo dalla sua personale esperienza il primo ministro maltese Joseph Muscat ha proposto all’aula di Strasburgo un approccio pragmatico per risolvere il problema migratorio durante il semestre europeo di presidenza maltese.
Muscat ha invitato l’Europa ad intervenire subito nella crisi umanitaria dell’immigrazione anche con soluzioni che non piacciono. Ha così risposto alle numerose critiche che gli sono piovute addosso dopo la proposta maltese all’Europa di fare un accordo con la Libia, simile a quello Ue-Turchia e a quello che fece l’Italia con Gheddafi, per bloccare il flusso migratorio nel Mediterraneo. La soluzione proposta prevede il pattugliamento della mare libico della guardia costiera insieme alle controparti libiche per riportare indietro sulle coste africane le barche intercettate con i migranti a bordo.
“Se aspettiamo una soluzione totale e perfetta, senza difetti, saremo condannati a non fare passi avanti”, ha avvertito il primo ministro maltese, aggiungendo che certo “ci possono essere differenze morali e logiche sul tema, ma dobbiamo guardare al breve termine”.
L’appello di Muscat è giunto poche ore dopo l’esortazione del Commissario all’Immigrazione Avramopoulos che da Lesbo ha invitato l’Unione a intervenire immediatamente per salvare i migranti al gelo nei Balcani.
Non è possibile “rinviare la soluzione in attesa di quella perfetta”, ha detto il capo del Paese più piccolo dell’Ue, “Questo è l’ultimo treno che possiamo prendere per fare qualcosa di concreto”. Il primo ministro suggerisce all’Unione che è meglio intervenire subito piuttosto che bene quando in pericolo ci sono le vite umane e bisogna farlo attraverso “controllo delle frontiere, condivisione del peso migratorio e corridoi umanitari”, senza costruire muri “non possiamo costruire un muro nel mare”, ha aggiunto.