Roma – “Sul tema delle migrazioni abbiamo grossi problemi in seno all’Unione europea” perché “non abbiamo trovato ancora una soluzione sostenibile e purtroppo non tutti i Paesi sono allo stesso livello nell’assunzione di responsabilità”, mentre “invece è importante affrontare la questione a livello europeo”. Dunque, “c’è ancora molto lavoro da fare” indica la cancelliera tedesca Angela Merkel nella conferenza stampa congiunta con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, oggi in visita a Berlino.
Il capo dell’esecutivo italiano concorda in pieno con la collega, e sottolinea che “il lavoro è iniziato in ritardo” per ché per molto tempo sono stati ignorati gli appelli fatti dall’Italia, la quale “non sfugge alle proprie responsabilità” perché “sta promuovendo una politica migratoria più attiva e impegnata”. Tuttavia, “è chiaro che per quanti sforzi possa fare un singolo Paese, senza un’organizzazione politica, economica e giuridica dell’Ue” non si può affrontare la questione in maniera efficace.
Gentiloni si scaglia contro “la flessibilità a corrente alternata” dell’Ue, che diventa “molto rigida sui decimali delle regole di bilancio” mentre si fa estremamente elastica quando si tratta di far rispettare le decisioni sulla redistribuzione dei rifugiati. Un argomento sollevato anche dal suo predecessore, Matteo Renzi, e che arriva il giorno dopo della lettera con cui Bruxelles chiede all’Italia di correggere il bilancio. In ogni caso, rassicura Gentiloni poco dopo, intervenendo a un forum industriale italo-tedesco, “l’Italia non tornerà mai ad essere un Paese fiscalmente irresponsabile. Quel tempo ormai è finito, anche se ne paghiamo ancora il prezzo”.
Altro tema al centro del confronto bilaterale è stato “il destino dell’Ue”, riferisce il capo dell’esecutivo italiano, annunciando che in vista del 60° anniversario dei Trattati di Roma, il 25 marzo prossimo, Italia e Germania assumono il comune “impegno a confermare i valori dell’Ue e descrivere i passi avanti da compiere”. Per Gentiloni bisognerà “indicare l’Europa come una prospettiva, non solo come una storia”. In quest’ottica, aggiunge, “possiamo fare passi in avanti nella difesa comune europea”.
Le sfide della crescita economica, dell’occupazione, della gestione dei flussi migratori e della sicurezza sono il terreno principale sul quale l’Ue dovrà dare risposte, convengono Gentiloni e Merkel, ma ci sarà da affrontare anche la Brexit. Sul discorso di ieri della prima ministra britannica Theresa May, la cancelliera si limita a registrare che ha dato “l’idea di come il Regno Unito intende impostare la questione”, e ricorda che “le trattative partiranno solo dopo l’attivazione dell’articolo 50” del Trattato di Lisbona. Anche per il collega italiano, May “ha finalmente riempito di contenuti quello che finora era solo un titolo: Brexit is Brexit”. Le note positive, prosegue, riguardano la tempistica indicata e, soprattutto, la conferma della volontà di continuare a cooperare con l’Ue in materia di difesa.
Il presidente del Consiglio e la cancelliera hanno discusso anche del sisma che stamane ha nuovamente scosso il Centro Italia. Il primo assicura di essere in costante contatto con la Protezione civile e che le istituzioni stanno mettendo in campo tutto l’impegno necessario per fornire assistenza alle popolazioni colpite, mentre la seconda esprime la propria solidarietà e si dichiara pronta a fornire aiuti, in linea con il contributo già offerto dalla Germania per la ricostruzione dell’ospedale di Amatrice dopo il terremoto dello scorso agosto.
Nel corso del colloquio tra i due capi di governo “non si è parlato di questioni bancarie”, riferisce Gentiloni. Riguardo alle polemiche tra Roma e Berlino sulle emissioni delle auto del gruppo Fca, l’inquilino di Palazzo Chigi ha “ribadito in tutta amicizia che la questione è regolata dalle leggi” e che queste attribuiscono alle autorità nazionali il compito di controllo. Dunque non si accettano interferenze.
Dopo il bilanterale, come anticipato, Merkel e il suo ospite italiano si sono recati al forum organizzato dalla Confindustria e dall’omologa organizzazione tedesca sul tema dell’Industria 4.0. “I due Paesi che hanno le industrie manifatturiere più forti d’Europa sono anche quelli che devono dare una spinta sul fronte della digitalizzazione della manifattura”, ha spiegato Gentiloni.