Bruxelles – Affinché l’Unione possa beneficiare di risorse proprie senza ricorrere a soldi che provengono dagli Stati Membri, è necessario che “il bilancio europeo sia riformato sia sul fronte della revisione che su quello della spesa”. La raccomandazione è contenuta nel report finale presentato al Collegio dei Commissari europei da Mario Monti, a capo del gruppo di alto livello sulle risorse proprie dell’Unione europea. Le conclusioni, racchiuse in nove punti e presentate dall’ex premier italiano, riguardano il futuro finanziario dell’Unione europea.
“Il bilancio europeo deve essere utilizzato in quei settori che rappresentano il più alto valore aggiunto europeo, per i quali l’azione europea non è solo importante ma indispensabile”: così si legge nel secondo punto della raccomandazione del gruppo che invita a spendere meglio le risorse comunitarie. Per farlo non bisogna però penalizzare i contribuenti europei, avvertono dal team guidato da Monti, ma “realizzare sinergie tra l’Unione europea e i fondi nazionali”.
Il sentimento diffuso in molti Paesi dell’Unione è che spesso i Paesi sono costretti a dare a Bruxelles più di quello che ricevono. Per evitare questo il gruppo consiglia di trovare un equilibrio migliore tra i costi e i benefici che derivano dall’essere membri dell’Unione. “C’è bisogno di indicatori aggiuntivi che diano un quadro più chiaro del rapporto tra costi e benefici”, si legge nel report.
Al punto otto della relazione si precisa che “il rapporto di conformità tra le regole europee e i bilanci nazionali deve essere rivisto durante il Semestre europeo” per creare “uno scambio di informazioni migliore” tra Unione e Stati.
Non tutto, secondo il gruppo nato nel Febbraio 2014, va cambiato: ci sono anche meccanismi finanziari che devono essere mantenuti. Prima di tutto è necessario che “il bilancio europeo resti in equilibrio, continui il ricorso alle cosiddette tradizionali risorse proprie (dazi doganali) legate al mercato unico” e infine che l’Europa continui a ricorrere alle “risorse che provengono dai redditi nazionali”, ma in maniera più “marginale”.
Il team sulle risorse proprie, composto da rappresentanti di Parlamento, Commissione e Consiglio, ha studiato in questi anni nuove formule per finanziare il bilancio dell’Unione europea. Tra queste il gruppo suggerisce di rimpiazzare le risorse che provengono dagli Stati con contributi propri non solo per finanziare il bilancio europeo, ma anche “per migliorare il funzionamento del mercato unico e il coordinamento fiscale passando per la riforma dell’Iva, l’introduzione di tasse sulle entrate delle società e imposte sulle transazioni finanziarie”.
Alle tradizionali entrate possono aggiungersi anche risorse che derivano da settori che fino a qualche anno fa in Europa non erano considerate tali, come “il controllo delle frontiere esterne”, si legge nel quinto punto della relazione, ma anche “il mercato digitale, la protezione dell’ambiente e l’efficienza energetica”.
Il gruppo di Monti chiede infine di “abolire tutti i meccanismi di correzione (come lo sconto concesso al Regno Unito, il ‘rebate’)” e pur riconoscendo che “l’unità delle riforme non deve essere compromessa”, tuttavia bisogna riconoscere alcune “misure differenziate per quegli Stati membri che vogliono e sono in grado di andare avanti”.
Tutti i consigli contenuti nel lavoro triennale del gruppo, che da oggi si scioglie avendo terminato il suo compito, saranno tenute in considerazione dalla Commissione per i lavori preparatori del prossimo Quadro finanziario pluriennale che inizia nel 2021.