Roma – La lettera con cui la Commissione europea chiede all’Italia di correggere i conti pubblici è arrivata oggi. L’invio è stato annunciato dal portavoce dell’esecutivo comunitario, Margaritis Schinas, e fonti del ministero delle Finanze hanno confermano di averla ricevuta e che le richieste ammontano allo 0,2% del Pil, circa 3,4 miliardi di euro. Sarebbe questo, secondo Bruxelles, l’intervento in grado di scongiurare l’apertura di un’infrazione, visto che farebbe passare l’Italia da una situazione di rischio di non conformità alle regole di bilancio Ue a una condizione di sostanziale rispetto dei vincoli.
Da Via XX settembre si sottolinea che già a novembre la Commissione aveva segnalato il rischio che la Legge di bilancio per il 2017 necessitasse un correttivo. Da allora il confronto tra Roma e Bruxelles non si è interrotto e proseguirà, aggiungono le fonti ministeriali: “Siamo in contatto con la Commissione e nei prossimi giorni faremo le valutazioni del caso”. Non è detto però che l’esecutivo nazionale ceda alle richieste di quello comunitario. “Se, come e quando intervenire verrà deciso dal Governo nei prossimi giorni”, segnalano dal ministero ribadendo le indicazioni già arrivate dallo stesso titolare dell’Economia, Pier Carlo Padoan.
Intanto, in Italia sono insorte le opposizioni, con il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, che ha già presentato un’interrogazione e chiede al ministro di riferire in aula su quella che considera “l’eredità avvelenata di Renzi” al suo successore Paolo Gentiloni. Anche Arturo Scotto, presidente dei deputati di Sinistra italiana, chiede che il governo informi il Parlamento sulla vicenda, e definisce “un brutto segnale per il Paese” le richieste che arrivano da Bruxelles, ritenute la prova che “in questi mesi il governo Renzi ha giocato a nascondino con i conti pubblici, utilizzando i margini di flessibilità per elargire mance elettorali”.