Bruxelles – Le indiscrezioni che circolano nell’attesa per il discorso che domani la premier britannica Theresa May terrà circa il percorso verso la Brexit immaginato dal governo di Sua Maestà sta facendo danni alla sterlina. La moneta britannica ha toccato oggi un nuovo minimo a 1,1986 dollari, dal crollo avvenuto nell’ottobre scorso.
Non è tuttavia il livello più basso dal 1985, che la sterlina toccò il 7 ottobre quando aveva segnato 1,1841 dollari. Attualmente la divisa britannica è in leggera ripresa sopra gli 1,207 dollari.
Ieri in un’intervista al giornale tedesco Welt am Sonntag il ministro delle Finanze di Londra Philip Hammond. Aveva sostenuto che Gran Bretagna e Unione europea dovrebbero raggiungere un accordo che permetta il reciproco accesso ai mercati, ma il Regno unito non intende fare compromessi sul controllo esclusivo dell’immigrazione europea nel paese. Hammond ha spiegato che il messaggio arrivato dal referendum sulla Brexit è che “dobbiamo controllare la nostra politica sull’immigrazione”.
Il cancelliere dello scacchiere ha detto che i cittadini Ue dovrebbero essere liberi di viaggiare in Gran Bretagna e farvi affari, ma il la questione in discussione è sul loro diritto di lavorarvi, risiedervi stabilmente e aprire attività. “Chiaramente noi abbiamo bisogno di gente che venga e lavori nella nostra economia per mantenerla funzionante”, ha spiegato, “tuttavia, la mancanza di controlli deve avere uno stop”. Su basi dunque del tutto diverse da quelle poste dall’Unione europea Hammond sostiene di essere “ottimista che saremo in grado di raggiungere un accordo che fornisca reciproco accesso ai mercati. Sarebbe logico”.
Il ministro conferma che Londra sarebbe pronta a mettere in campo aggressivi tagli alle tasse sulle aziende per garantirsi una permanenza di aziende competitive nel paese a fronte di eventuali dazi Ue.
Nel frattempo si rincorrono le indiscrezioni di stampa secondo le quali la premier May intenderebbe siglare un divorzio chiaro dall’Unione europea, una “hard Brexit”. May lancerà un appello alla Gran Bretagna a unirsi, chiedendo che smettano gli “insulti” e il rancore tra i sostenitori della Brexit e quelli che si schierarono per la permanenza nell’Ue, ha riferito l’ufficio di Downing Street.
Intanto in Gran Bretagna secondo la Croce Rossa è “crisi umanitaria” con condizioni “degne del terzo mondo”, per la sanità pubblica e i medici che ci lavorano.