Bruxelles – La Commissione europea ha “ripetutamente chiesto alle autorità italiane di dare spiegazioni convincenti”, sull’accusa lanciata dalla Germania di truccare i test sulle emissioni in diversi veicoli, e ora “il tempo sta scadendo, perché vogliamo concludere queste discussioni sula compatibilità della Fiat con le leggi europee il più presto possibile”. L’esecutivo comunitario mette pressione sul nostro Paese perché collabori nell’indagine lanciata dopo che la Germania ha accusato lo scorso anno Fiat Chrysler di utilizzare un dispositivo illegale negli impianti dei gas di scarico sui motori diesel dei modelli Fiat 500X, Fiat Doblò and Jeep Renegade.
“Nel quadro attuale gli Stati son responsabili di certificare le auto per permettere di introdurle nel mercato, e se c’è un problema sono quelle autorità che possono agire”, ha precisato la portavoce della Commissione, Lucia Caudet, e la Germania “ha sollevato serie preoccupazioni sulla compatibilità di un modello Fiat con la legislazione Ue sulle emissioni”, accuse che “le autorità italiane che hanno certificato il modello contestano”. Ora alla Commissione spetta il ruolo di mediatore in questa vicenda, anche se, ha riconosciuto Caudet, “i nostri poteri investigativi sono molto limitati per non dire inesistenti”, in casi come questo, e “possiamo agire contro gli Stati se crediamo che la legge Ue non sia applicata correttamente”, ma “non possiamo agire direttamente contro un produttore”.
La Fiat è nell’occhio del ciclone dopo che ieri anche l’agenzia Usa per la protezione dell’ambiente (Epa) ha accusato Fca di usare un software nascosto che consente alle emissioni dei motori diesel di non essere rilevate, sui motori diesel a 3 litri di Jeep Grand Cherokee e Dodge Ram, accuse respinte dall’Ad Sergio Marchionne.