Bruxelles – Non dipendere più sostanzialmente dagli Stati ma avere forti risorse proprie che garantiscano una libertà di azione. E’ questa la proposta che il gruppo di studio diretto da Mario Monti ha presentato oggi agli europarlamentari a Bruxelles.
L’ex premier è stato incaricato dai leader dell’Unione e dalla Commissione di studiare nuove forme di finanziamento proprie per l’Ue, ed in questi giorni sta presentando l’esito del suo lavoro (un rapporto di centinaio di pagine), che sarà pubblicato questo mese.
A quanto si apprende da varie fonti i finanziamenti diretti di cui potrebbe godere l’Unione sono una tassa sulle emissioni di CO2, sull’energia elettrica, un’imposta Ue sulle società e una sulle transazioni finanziarie.
Il lavoro di Monti sarà la base sulla quale l’Unione dovrebbe elaborare il suo bilancio che inizierà nel 2021.
L’europarlamentare del Pd Daniele Viotti, che ha partecipato oggi alla presentazione del rapporto riservata ai deputati, ritiene che “il rapporto Monti rappresenta una buona base su cui lavorare”.
Secondo Viotti, “non si tratta di nuove tasse o irragionevoli balzelli europei per i cittadini ma c’è la volontà di rendere il bilancio europeo più efficiente e produttivo. Un esempio può essere la creazione di un sistema comune per tassare le imprese multinazionali oppure un rilancio della tassa sulle speculazioni finanziarie”
Il quotidiano tedesco Handelsblatt riporta invece l’opposizione della Germania secondo la quale questo lavoro “è completamente inutile”, come ha detto il vice ministro delle Finanze tedesco Jens Spahn, secondo il quale la questione “non dovrebbe essere dare più soldi al budget dell’Ue, ma come utilizzare al meglio le risorse”.
A giudizio di Pascal Durand, vicepresidente del gruppo Verdi-Ale “la riforma delle risorse con le quali alimentare il bilancio dell’Unione europea è fondamentale. La Brexit e i futuri sviluppi sul quadro finanziario pluriennale sono una vera e propria opportunità per raggiungere un bilancio stabile, coerente e sostenibile nell’Ue”. Secondo l’esponente verde dunque “alimentare il bilancio europeo con un vero e proprio sistema di risorse proprie sarebbe utile soprattutto a porre fine alle liti a somma zero nelle quali indulgono costantemente gli Stati e a dotare l’Unione europea di strumenti per essere in grado di rispondere ad una serie crisi che incidono su di essa”.