Quello che è successo martedì a Bruxelles è molto peggio di un ritorno alla casella di partenza per gli europarlamentari del M5s. Gli eurodeputati del Movimento sono stati quasi commissariati da Farage, che ha dettato le sue condizioni per farli restare nel gruppo euroscettico: devono lavorare seriamente per il referendum contro l’euro, costringere Borrelli alle dimissioni da co-presidente del gruppo Efdd, licenziare il funzionario che insieme a Borrelli aveva condotto il negoziato con l’Alde, lasciare probabilmente alcune delle posizioni di coordinatori del gruppo nelle commissioni europarlamentari, e ora anche propugnare delle posizioni filo russe, come Grillo ha prontamente fatto oggi sul suo blog obbedendo al diktat di Farage.
Hanno perso gran parte dell’autonomia politica che avevano posto come condizione irrinunciabile per stare con gli euroscettici. E tutto questo per salvare i posti (pagati dal Parlamento europeo) di gran parte del loro staff, che non è stato scelto da loro ma imposto da Grillo e dalla ditta Casaleggio. E’ un disastro politico devastante. Che dimostra una cosa: non si possono intimidire e ricattare costantemente gli europarlamentari eletti, trattarli come dei meri esecutori degli ordini di un leader non eletto e di persone mandate dalla ditta Casaleggio. Gli si fa perdere ogni credibilità e affidabilità. I membri dell’Alde che si sono ribellati a Verhofstadt hanno dimostrato che cosa vuol dire essere un europarlamentare vero, con vera autonomia di giudizio e di azione politica, Tutti sanno ormai a Bruxelles e a Strasburgo che invece quello che dice, quello che fa un eurodeputato del M5s conta poco, se basta una parola di Grillo o del suo blog per sconfessarlo.
Il M5s deve risolvere il suo problema di democrazia interna e rispettare le regole democratiche delle istituzioni, Oppure si trasformerà inevitabilmente in un movimento non solo populista, ma pienamente autoritario.