Bruxelles – Dopo la dichiarazione di Beppe Grillo secondo cui gli eurodeputati eletti nelle file del M5s sarebbero tenuti a pagare una sanzione di 250mila euro per la loro decisione di passare ad altri gruppi parlamentari, l’eurodeputato Pd Nicola Danti chiede con una lettera al Presidente del Parlamento Europeo di fare luce sulla “potenziale ineleggibilità” di tutti gli eurodeputati M5S.
In particolare, Danti chiede se “la firma di un contratto pre-elettorale con penale di 250mila euro contro tradimenti di linea politica e cambi di gruppo non sia in contrasto con l’art. 2 del regolamento del Parlamento Europeo, che recita ‘i deputati esercitano il loro mandato liberamente e in modo indipendente e non possono essere vincolati da istruzioni né ricevere alcun mandato imperativo’.
L’eurodeputato del Pd chiede poi “se tale accordo sia compatibile con l’art. 2del Codice di condotta dei deputati al Parlamento europeo, che recita: ‘I deputati al Parlamento europeo non concludono alcun accordo in virtù del quale agiscono o votano nell’interesse di qualsiasi altra persona terza, fisica o giuridica, che potrebbe compromettere la loro libertà di voto’”.
Danti pone poi il problema di se “gli eurodeputati eletti nelle file del M5s, nel momento in cui hanno firmato lo stesso Codice di condotta, alla voce Interessi finanziari e conflitti di interessi hanno evidenziato questo tipo di penale (che rappresenta un ‘interesse finanziario’ evidente). Qualora non lo avessero fatto – chiede Danti – quali sanzioni sono previste? Più in generale, la firma di tali contratti pre-elettorali è giuridicamente compatibile con lo status di Parlamentare?”.
Dall’Italia Alessia Rotta, della segreteria del Partito Democratico, in una nota afferma che “non bastava la ridicola vicenda del doppio volo carpiato Ukip-Alde e ritorno: oggi Grillo, per chi non l’avesse ancora capito, rende chiaro a tutti il suo concetto di democrazia intimando all’eurodeputato Affronte di pagare una penale da 250mila euro”. Secondo Rotta “considerare gli eletti del M5s come sua proprietà personale e non rappresentanti dei cittadini significa, né più né meno, avere una concezione autoritaria della leadership”. Per la deputata è poi “vergognoso strumentalizzare una squallida faccenda di soldi chiamando in causa gli aiuti alle popolazioni terremotate”.
“Grillo è sempre più indecente. Prima sceglie di aderire a un gruppo parlamentare europeista rinunciando a tutte le battaglie contro l’euro, poi viene respinto e chiede umilmente di tornare a casa di Farage. Non contento minaccia di applicare sanzioni economiche a chi fa scelte più coerenti e sensate delle sue”. Dice l’europarlamentare Isabella De Monte (Pd).