Bruxelles – Un passo in avanti per tornare indietro. Questo ha fatto il Movimento 5 Stelle in Europa con l’operazione Casaleggio-Grillo che puntava a far entrare il movimento pentastellato nell’Alde, il gruppo liberale, europeista e federalista del Parlamento europeo.
L’operazione non è riuscita, anzi ha sprofondato il gruppo in un caos di appartenenza e identità. Antieuropeisti o europeisti? Liberali o protezionisti?: sono interrogativi messi nero su bianco in questi due giorni di breve ma intensa discussione sull’adesione all’Alde, che tuttavia non hanno trovato risposta, o meglio una risposta ancora molto confusa l’hanno trovata, quella dell’eurodeputato pentastellato Piernicola Pedicini, in corsa per la presidenza del Parlamento europeo.
“Formalmente siamo nell’Efdd (Europe of Freedom and Direct Democracy, gruppo di Farage), perché non credo che ci siano più le condizioni per stare con loro, da parte loro naturalmente”. Il candidato alla presidenza, che con l’adesione all’Alde sarebbe entrato in concorrenza con Verhofstadt anche lui in corsa per l’elezione del 17 gennaio, parla subito dopo la fine dell’incontro al Parlamento tra i pentastellati di Bruxelles, Davide Casaleggio e Beppe Grillo in collegamento video dall’Italia. Lo notizia del “Gran rifiuto” di Verhofstadt li ha posti di fronte al fatto compiuto, cancellando il voto di mezzogiorno che aveva sancito il sí del Movimento all’adesione all’Alde.
Non li vogliono i Verdi, a cui i 5 Stelle si sono sentiti sempre vicini ma spiega Pedicini “non ci hanno mai voluti”, e non li vogliono i liberali, quindi ora “è molto probabile che andremo a finire nei non iscritti”, ha confessato Pedicini, aggiungendo che si tratta di “un danno enorme”. Eppure non tutto è perduto. Per Pedicini la situazione attuale garantisce al gruppo pentastellato europeo “il tempo per lavorare due anni e mezzo per creare un nuovo gruppo”.
Quale sarà l’identità dei 5 Stelle per Pedicini è già chiara. La decisione di abbandonare il gruppo antieuropeista di Farage secondo l’eurodeputato sarebbe un chiaro segno che il partito di Grillo sta andando in un’altra direzione.
I 5 Stelle e l’Efdd eravano su due strade diverse: “loro stavano andando verso l’uscita dall’Unione europea, invece noi siamo venuti qui per fare il nostro lavoro all’interno dell’Unione europea”.
Mai stati antieuropeisti, ribadiscono dal partito di Grillo: “Chi ci conosce qui sa bene che il Movimento 5 stelle è una forza politica positiva che lavora in difesa dei cittadini più deboli in Europa”.
Oggi il movimento 5 Stelle si dice lontanissimo dal gruppo in cui fino a ieri, in realtà tecnicamente ancora fino ad oggi, si trovava, ma nel voto on line l’opzione di rimanere nel gruppo di Farage ha comunque ottenuto il secondo posto con circa 6 mila sì su 40 mila voti. Per Pedicini “ora bisogna vedere se Efdd vuole che rimaniamo lì, ma politicamente non ci sono più le condizioni”.
Grillo dunque ha fallito nel suo piano di portare il movimento nei liberali? Secondo Pedicini non c’erano altre scelte. “L’alternativa era stare in un gruppo che sarebbe finito a breve, in un momento in cui le nostre identità politiche si andavano divaricando”.
E i problemi non finiscono qui, Pedicini ammette anche che sulla scelta del futuro presidente del parlamento (che, so dice, certamente non sarà lui) il gruppo M5s andrà in ordine sparso, e ognuno voterà secondo il suo giudizio.