Bruxelles – Un messaggio all’Europa che il Movimento 5 Stelle, nel caso vincesse le elezioni in Italia, non farà saltare tutti i tavoli ma è pronto a “ragionare”? La mossa di Beppe Grillo, coltivata per mesi tra Bruxelles e Strasburgo (in buona parte tenendo all’oscuro i suoi stessi deputati europei) è storica: propone al movimento di lasciare il gruppo parlamentare antieuropeo con l’Ukip di Nigel Farage e di andare con chi è vicino, vicinissimo a personalità stimate a Bruxelles quali Mario Monti e Romano Prodi: il composito gruppo dei liberali dell’Alde guidati dall’ex premier belga Guy Verhofstadt, fino a ieri bollato da Grillo come “impresentabile” (e viceversa).
Alle 12 di oggi si concluderà la votazione online tra gli iscritti di M5s lanciata a sorpresa ieri mattina per approvare la scelta di entrare nel gruppo dei liberali europeisti di Alde da sempre a favore del Ttip, il trattato di libero scambio fra Europa e Stati Uniti, a cui invece il Movimento si è sempre opposto. Per non dire da sempre favorevoli all’euro, bestia nera di Grillo e dei grillini. Circola però già un testo non ufficiale dell’accordo, in quattro punti.
I due gruppi parlamentari sono divisi, sia nei 5 stelle sia tra i liberali le opposizioni alla confluenza sono molte, tanto che Grillo, evidentemente già sicuro del risultato della consultazione, sarà oggi alle 12 con Davide Casaleggio a Bruxelles per convincere i suoi. “Rimanere in Efdd equivale ad affrontare i prossimi due anni e mezzo senza un obiettivo politico comune, insieme a una delegazione che non avrà interesse a portare a casa risultati concreti”, spiega Grillo nel blog. “Alde – aggiunge Grillo – conta 68 eurodeputati e con la presenza del MoVimento 5 Stelle diventerebbe la terza forza politica al Parlamento europeo. Questo significa acquisire un peso specifico di notevole importanza nelle scelte che si prendono. Significa in molti casi rappresentare l’ago della bilancia: con il nostro voto potremo fare la differenza e incidere sul risultato di molte decisioni importanti per contrastare l’establishment europeo. Non rinneghiamo le scelte del passato che ci hanno portato dove siamo oggi. Vogliamo affrontare nuove sfide con maggiore determinazione”.
L’agenzia Askanews ha raccolto ieri alcune reazioni nel mondo del M5s, e sulla scia di un post di Carlo Sibilia su Facebook, il refrain M5s è “Meglio soli che male accompagnati”. Scrive Dell’Orco: “Sono d’accordo con Carlo; probabilmente meglio soli che male accompagnati. È il momento di mantenere la barra dritta e riflettere con calma quando si fanno certi passi”. Ancora più chiaro Riccardo Nuti: “Se per contare qualcosa bisogna perdere la propria anima, la propria coerenza, la propria faccia forse meglio da soli ma con dignità. Non so chi consigli queste cose a Beppe (i democristiani nel m5s sono tanti) ma forse meglio non andare con Alde evitando così di assomigliare agli altri”.
In silenzio, finora, Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista, ad esprimere il suo “sconcerto” è l’europarlamentare Marco Zanni: “Non ne sapevo niente” e “ho appreso la notizia, con sorpresa, questa mattina”. “Il gruppo Efdd non si è sciolto e probabilmente potrà vivere fino alla fine di questa legislatura, nel 2019. Perciò da iscritto, contro il metodo utilizzato, che non ha nulla a che fare con democrazia diretta, e contro un gruppo come l’Alde che rappresenta il liberismo e l’eurismo più sfrenato, ho votato per la permanenza nel gruppo Efdd”, rimarca Zanni. Perplessità e malumori, a Roma ma anche a Bruxelles. La decisione è condivisa apertamente invece da Danilo Toninelli: “Ai detrattori M5S dico che in Alde avremo nostra autonomia e comunque votiamo se entrarvi. Gli elettori Pd hanno forse votato per entrare in Pse?”.