Bruxelles – La categoria sociale più protetta in Italia resta quella dei pensionati. A loro va più della metà della spesa per il sociale, il 58,6%, contro una media europea del 45,9, ponendosi così al terzo posto per spesa sociale per pensioni dopo la Polonia con il 60,4% e la Grecia con il 65.
Parla di un’Italia poco vicina a famiglie, disoccupati e senza dimora e più attenta agli over 65, l’ultimo rapporto Eurostat, aggiornato al 2014, che fotografa la spesa per il sociale europea che in Italia rappresenta il 30% del Prodotto interno lordo.
Per la spesa per il sociale l’Europa spende in media il 28,7% del proprio prodotto interno lordo. Dal 2011 ad oggi la spesa per pensioni, assistenza sociale e welfare è aumentata anche se di soli 0,4 punti percentuali, dal 28,3% al 28,7% del 2014.
L’Italia, che si posiziona di poco al di sopra della media europea, insieme all’Austria spende un terzo del Pil, poco meno di altri paesi come Francia al primo posto (34,4%), Danimarca (33,5%), Olanda (30,9%) e Belgio (30,3%). Al contrario, nell’Est Europa la fetta di Pil destinata alla spesa sociale si attesta al di sotto del 20%: è il caso dell’Ungheria (19.9%), Estonia (15.1%), fino alla Lituania che destina solo il 14.5% alla protezione dei più deboli.
In Italia negli anni della crisi economica la spesa sociale è cresciuta più del tasso medio europeo, passando dal 28,5% del Pil al 30% nel 2014. Dopo i pensionati nella graduatoria segue la sanità e la disabilità a cui va il 29,4% del totale della spesa, contro una media Ue del 36,5%. Alle famiglie va solo il 5,8% del totale, mentre in Europa quasi il doppio: intorno all’8,5%. Ai disoccupati è destinato il 5,4 per cento della spesa, in questo caso in linea con il totale degli altri Stati membri intorno al 5,1%. Infine, le ultime risorse rimaste, lo 0,8%, sono destinate all’emergenza abitativa e all’esclusione sociale, che in Europa sono coperte con risorse in media quattro volte superiori, con una percentuale del 4%.
Esistono numerose differenze sul fronte della spesa sociale tra i vari paesi europei in termini demografici, economici e sociali, ma in generale le fonti di finanziamento della spesa sociale sono principalmente due: per il 40% le tasse e per il 54% i contributi sociali.