Bruxelles – Il Consiglio Ambiente, riunito oggi, non ha trovato l’accordo sulla riforma dell’Ets (emission trading System), necessaria per ridurre le emissioni in Europa e raggiungere gli obiettivi stabiliti con l’Accordo sul Clima di Parigi. “Nonostante notevoli sforzi, non c’è stata una volontà politica comune e ora sarà compito della presidenza maltese trovare il compromesso partendo dai progressi che abbiamo fatto negli ultimi sei mesi”, ha spiegato il ministro dell’Ambiente slovacco, László Sólymos, a nome della presidenza di turno dell’Ue che termina proprio questo mese.
Il sistema di scambio di quote di emissione dell’Ue (Eu Ets) è uno degli strumenti fondamentali per raggiungere l’obiettivo europeo di ridurre almeno del 40% delle emissioni di gas a effetto serra nell’Ue entro il 2030 (rispetto ai livelli del 1990). L’Ets prevede quote di emissioni massime per i Paesi e le aziende, con multe per chi sfora, ma anche la possibilità di vendere parte delle proprie quote alle aziende più virtuose, premiando in questo modo chi fa meglio per l’Ambiente. Nei piani di Bruxelles i settori coperti dal sistema Ets dovranno ridurre le loro emissioni del 43% rispetto al 2005, diminuendo dello 2,2% annuo invece dell’1,74% rispetto al 2021. Ma sul punto non c’è l’accordo di tutti gli Stati, da cui l’impasse di oggi al Consiglio.
La riforma del sistema Ets ora dovrà essere esaminato della commissione Ambiente del Parlamento per arrivare poi al voto in plenaria a febbraio. “Il Parlamento deve riuscire a raggiungere un compromesso molto difficile nella commissione Ambiente in modo che a febbraio l’Aula riesca ad avere una posizione molto solida”, ha spiegato il commissario per il Clima e l’energia Miguel Arias Cañete nella conferenza stampa al termine del Consiglio Ue, aggiungendo che “bisogna ridurre le differenze e arrivare al più presto a marzo al trilogo”, la procedura negoziale tra Consiglio e Parlamento con la mediazione dell’esecutivo.
Pur riconoscendo la presenza di divergenze all’interno del Consiglio, il Commissario Cañete le ha definite “non così grandi” e ha ricordato “lo splendido lavoro fatto dalla presidenza slovacca nel raggiungere numerosi progressi in diversi ambiti”.
Lo ha ribadito lo stesso Sólymos che ha però ammesso che gli sforzi fatti dalla sua presidenza non sono riusciti ad arrivare ad altro che a un “compromesso fragile”, lasciando tuttavia “il terreno fertile per la presidenza maltese”. Il nuovo semestre a guida Valletta che inizierà a gennaio non dovrà occuparsi solo di trovare un difficile accordo sul sistema Ets, ma anche di portare avanti la posizione fin ora raggiunta sulla corretta gestione delle sostanze chimiche.