Berlino – Secondo Cristoph Schmidt, consigliere economico della cancelliera tedesca Angela Merkel, il Monte dei Paschi di Siena dovrebbe essere salvato secondo le regole europee, ovvero «ricorrendo ai creditori e non ai contribuenti».
Il punto di vista del consigliere della cancelliera e presidente del comitato dei 5 saggi, è un monito al governo italiano sul futuro dell’istituto di credito senese, nonostante in passato alcuni stati europei, Germania compresa, abbiano salvato le proprie banche con i soldi dei contribuenti.
Schmidt, in un’intervista alla Westdeutsche Allgemeine Zeitung, si augura che la ristrutturazione di Mps “sia distinta dall’aiuto ai propri investitori a cui sono stati rifilati asset tossici” e che in seguito il governo italiano possa presentare domanda per aiutare i “clienti danneggiati” sostenendo che “entrambe le cose vanno fatte, ma non vanno mischiate”.
In sostanza il richiamo del saggio mira a far eseguire le regole e poi in seguito a puntare ad ottenere un risarcimento per coloro che perdono da questa situazione, attraverso degli spazi di manovra fiscale.
L’Italia, la terza economia dell’Eurozona, ha una situazione differente da quella greca, che sebbene fosse più piccola e con un Pil notevolmente inferiore aveva già rischiato di affossare il progetto dell’Euro. Mentre durante la crisi del debito greco gli strumenti di “prevenzione” erano in fase di progettazione, adesso questi strumenti esistono (Fondo Salva Stati) e vanno utilizzati secondo Schmidt, anche se l’Euro potrebbe essere in sostanziale pericolo in seguito ad un fallimento dell’Italia.
L’occasione di Mps, secondo il consigliere di Merkel, è la prima grande prova per l’Europa e, «se l’Italia non rispetta le regole […], l’unione bancaria non è credibile». E ancora « l’Esm potrebbe aiutare l’Italia » a patto che si porti avanti una vera stagione riformatrice sia a livello bancario che fiscale.
Schmidt sostiene tra le altre cose che l’azione di intervento da parte della Bce è sicuramente una nota positiva, che sta portando crescita e un aumento dell’inflazione, ma che sta scoraggiando, con l’acquisto di titoli di stato, l’azione riformatrice da parte degli stati europei meridionali. E qui l’economista ritiene che più a lungo va l’azione riformatrice delle banche e più va avanti la politica espansiva della Bce tanto più c’è la possibilità che si avvicini una crisi del sistema.
Infine, dalla critica non si salva nemmeno il governo tedesco, colpevole di predicare bene e razzolare male, in particolare sulla riforma delle pensioni, imponendo agli altri stati degli standard che poi non vengono rispettati dal governo federale.