Bruxelles – La cancelliera tedesca Angela Merkel la definisce una discussione “deprimente” e in effetti, oltre a constatare la portata della tragedia e tornare a chiedere di consentire l’evacuazione degli abitanti di Aleppo Est, non c’è molto che i capi di Stato e di governo dell’Unione europea abbiano fatto in relazione alla Siria. Di sicuro non si parla di nuove sanzioni nei confronti di Mosca, opzione che, come allo scorso vertice europeo, è rimasta nell’aria, ma contro cui alcuni Stati continuano a fare resistenza, a cominciare dall’Italia. “È evidente che l’Ue non può avere una reazione automatica di fronte alle crisi e cioè quella di dare sanzioni”, ha sottolineato il premier italiano, Paolo Gentiloni, che ha definito “un errore” l’ipotesi di misure restrittive anche in vista del cambio di amministrazione americana che aprirà una “fase di transizione a livello internazionale”.
Certo se la situazione dovesse peggiorare l’ipotesi potrebbe sempre tornare sul tavolo. “Non escluderemo nessuna opzione”, ha avvertito la cancelliera tedesca e anche il presidente francese, François Hollande, non ha chiuso del tutto la porta: “È vero che è sempre una delle possibilità e che potrebbero essere prese nelle prossime settimane, ma non ci sono”, ha chiarito. Per il momento, come evidenziato da Gentiloni, si tenta ancora di puntare sulla diplomazia, che pure in Siria “vive uno dei suoi momenti più difficili”.
“Davanti alla brutalità del regime siriano e dei suoi sostenitori, soprattutto Russia e Iran, non siamo efficaci come vorremmo”, ha ammesso il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, assicurando però: “Non siamo indifferenti alle sofferenze del popolo siriano e l’obiettivo chiaro è l’apertura di corridoi umanitari per fare arrivare gli aiuti ad Aleppo e fare evacuare i civili sotto la supervisione internazionale”. Sono queste le principali “misure di emergenza” che i leader chiedono nelle conclusioni della riunione, insieme alla protezione per il personale medico in tutto il Paese e all’applicazione della legge internazionale ad Aleppo Est ma anche in tutto il Paese. “I responsabili della violazione della legge internazionale, alcuni dei quali possono essere considerati crimini di guerra – tornano a ribadire i leader come già all’ultima riunione – devono essere ritenuti responsabili” e “l’Ue sta considerando tutte le opzioni disponibili”.