Roma – Sarà Paolo Gentiloni a formare il nuovo esecutivo dopo le dimissioni del presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il ministro degli Esteri uscente ha ricevuto il mandato dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, che lo ha convocato alle 12,30 e, dopo un colloquio di circa 45 minuti, gli ha conferito l’incarico. Dopo un giro di consultazioni che sarà rapido, Gentiloni indicherà la propria squadra, nella quale probabilmente ci saranno molte riconferme di ministri uscenti, a partire dal titolare dell’Economia, Pier Carlo Padoan, in grado di dare continuità al confronto con le istituzioni europee sulla Legge di bilancio, che a marzo sarà con ogni probabilità oggetto di richiesta di aggiustamenti.
Ieri sera, al termine delle consultazioni, Mattarella aveva indicato che serve sì una legge che renda omogenei i sistemi elettorali di Camera e Senato prima di andare a nuove elezioni, ma il prossimo governo non può essere a scadenza o di scopo, come chiedono le opposizioni, perché “il nostro Paese ha bisogno, in tempi brevi, di un governo nella pienezza delle sue funzioni”, dal momento che “vi sono di fronte a noi adempimenti, impegni e scadenze che vanno affrontati e rispettati. Si tratta di adempimenti, impegni e scadenze di carattere interno, europeo e internazionale”, aveva sottolineato il presidente.
Il nuovo esecutivo potrebbe essere formato già domani e giurare entro martedì o mercoledì prossimi, in modo da consentire a Gentiloni da recarsi da nuovo presidente del Consiglio al Vertice europeo del 15 dicembre, al quale si presenterà con una linea di continuità rispetto al suo predecessore. Non potrebbe essere altrimenti, visto che lo stesso Gentiloni ha dichiarato che il suo esecutivo di muoverà “nel quadro del governo e della maggioranza uscenti”.
Quanto al premier dimissionario, Matteo Renzi, ha scelto di cedere la mano per non stare al centro delle critiche che pioveranno sull’esecutivo dalle opposizioni. L’obiettivo è di preparare da segretario del Pd le condizioni per un eventuale ritorno a Palazzo Chigi. Per questo ha già avviato di fatto la fase congressuale del partito, convocando per il 18 dicembre l’Assemblea nazionale che definirà data e regole del Congresso da tenersi presumibilmente tra febbraio e marzo.