Bruxelles – McDonald’s scommette sulla Brexit e sposta la sua sede fiscale a Londra. Il gigante del fast food in una nota spiega questa decisione “a causa del numero significativo di personale con sede a Londra, per la lingua, e per le connessioni con altri mercati”, ma la sensazione è che il management della società speri di trovare in Gran Bretagna condizioni fiscali migliori di quelle che potrebbe dover affrontare nell’Unione europea.
Da tempo McDonald’s e altre multinazionali sono sotto accusa per il regime di imposte che pagano in Lussemburgo, spesso estremamente basso, appena al di sopra dell’uno per cento, e l’Unione europea sta lavorando per tentare di portare il livello della tassazione a cifre più “decenti”.
A Londra invece la premier Theresa May ha più volte insistito sull’idea di fare dell’Isola una sorta di paradiso fiscale per le azione, una volta realizzata la Brexit, ed ha già promesso di portare le imposte sulle società dal 20 al 17 per cento, o anche meno, entro il 2020.
“Accogliamo con favore la continuità degli investimenti da parte delle aziende di tutto il mondo nel Regno Unito, in particolare quando ciò garantisce la crescita e l’aumento di posti di lavoro”, ha detto la portavoce della premier.
Molte altre aziende, però, stanno lavorando ad un cammino inverso. Sono in particolare quelle bancarie e finanziarie, che, restando a Londra, perderebbero la “patente” europea per operare nell’Unione a pari condizioni con altri, e dunque stanno pensando a nuove piazze, come Francoforte, Parigi e anche Milano.