Bruxelles – Raggiungere il traguardo prefissato è praticamene impossibile, ma si può almeno tentare di portare a casa un risultato dignitoso. La Commissione europea prova a crederci ancora e fissa nuovi standard da rispettare in materia di relocation, i trasferimenti di rifugiati dall’Italia e dalla Grecia che gli altri Stati membri dovrebbero accettare e che invece non fanno quasi. Almeno 2mila ricollocamenti al mese dalla Grecia e mille dall’Italia da qui fino ad aprile 2017 e poi ancora più in fretta: almeno 3mila trasferimenti mensili dalla Grecia e 1.500 dall’Italia. Anche così, in realtà, non ci si avvicina neanche lontanamente all’obiettivo di 160mila trasferimenti entro il prossimo settembre: si sfiorerebbe a malapena quota 50mila, nemmeno un terzo.
A spronare comunque la Commissione a tentare di accelerare, sono stati i risultati del mese di novembre, incoraggianti rispetto ai precedenti. I ricollocamenti sono stati 1.406, il livello più alto mai registrato finora. Complessivamente i trasferimenti dal settembre 2015 ad oggi sono stati 8.162, di cui 6.212 dalla Grecia e 1.950 dall’Italia.
“Sarò franco, non sono l’uomo più felice del mondo”, ha commentato il commissario Ue all’immigrazione, Dimitris Avramopoulos, ammettendo che lo scorso anno “i risultati sono stati miseri”. Negli ultimi due mesi, però, “abbiamo visto progressi e le relocation hanno iniziato gradualmente a funzionare”, ha assicurato il commissario dicendosi oggi “più ottimista di un mese fa”. Per tentare di sbloccare la situazione la Commissione avrebbe a disposizione un’altra arma di pressione e cioè quella di passare alle sanzioni per gli Stati che non collaborano ma Avramopoulos esclude per ora misure di questo tipo.
Per l’Italia, ha però ammesso il membro della squadra di Jean-Claude Juncker, resta un problema fondamentale: l’80% degli arrivi è costituito da migranti irregolari che non avrebbero quindi diritto ad essere trasferiti in altri Stati membri, nemmeno se questi volessero accoglierli. Nonostante questo “non cambieremo i criteri” per stabilire chi ha diritto al trasferimento, ha chiarito Avramopoulos assicurando che comunque il nostro Paese “ha il pieno sostegno per gestire questa situazione complessa”.